Le decisioni della Banche Centrali e dei Governi verranno analizzate con maggiore attenzione nella seconda parte dell’anno, dato che gli investitori obbligazionari cercheranno ulteriori conferme dell’avvicinarsi della fine della lunga era delle politiche monetarie ultra accomodanti. Le attese di un inizio del percorso verso la normalizzazione da parte della Banca Centrale Europea (BCE), mentre la Fed e la People’s Bank of China (PBoC) continuano con le misure restrittive, potrebbero portare a un ritorno della volatilità, poiché gli investitori inizieranno a preoccuparsi di cosa succederà con la fine degli stimoli monetari. In questo contesto di crescente incertezza, sarà necessario un approccio cauto al fixed income, concentrandosi principalmente sui Mercati Emergenti e su alcune opportunità selezionate nelle imprese dei mercati sviluppati con bilanci e potenziali di utili forti.
La Fed si sta occupando del delicato compito di continuare il ciclo di inasprimento e di iniziare a ridurre il bilancio da 4.500 miliardi di dollari senza causare allarmismo diffuso nei mercati. Nel frattempo, la crescita degli utili societari statunitensi sembra forte e non ci aspettiamo che i default aumentino nel breve termine: ciò potrebbe creare alcune opportunità per investire in società con fondamentali solidi e valutazioni attraenti.
Le voci di misure restrittive in Europa dovrebbero essere affrontate con una certa cautela. Molto difficilmente la BCE metterà a rischio la ripresa dell’Eurozona con una mossa eccessivamente aggressiva, anche se potrebbe modificare il linguaggio per preparare gli investitori a un’eventuale riduzione del suo programma di acquisto di titoli di Stato, e sul lungo termine, agli aumenti dei tassi di interesse e all’aggiustamento dei bilanci.
La BCE potrebbe avere un compito ancora più difficile della Fed nel districarsi dalla sua politica monetaria accomodante. A differenza di quelli statunitensi, i policymaker della BCE devono tenere in considerazione l’impatto delle proprie azioni non su un singolo Paese, ma su diverse nazioni con ampie variazioni in termini di qualità del credito.
L’incertezza politica è tornata alla ribalta in Europa, sotto forma del Parlamento britannico in stallo a seguito delle elezioni di giugno. In ogni caso l’Europa si trova in una posizione migliore rispetto all’inizio del 2017.La crescita economica è forte in tutto il continente, la fiducia nelle imprese è alta e si riflette in una crescente volontà di investire ed assumere.
I rendimenti dell’obbligazionario dovrebbero rimanere abbastanza ben ancorati anche in Giappone, dove è probabile che la Bank of Japan rimanga fedele alla politica di controllo della curva.
I titoli dell’obbligazionario dei Mercati Emergenti con un ampio margine hanno sovraperformato quelli dei Mercati Sviluppati sin qui nel 2017, portando a un aumento degli afflussi. Potenzialmente tale situazione potrebbe continuare per il resto dell’anno e oltre, visto che la crescita economica nella regione sta iniziando a migliorare, che diversi Paesi stanno facendo ulteriori progressi in termini di riforme strutturali e che diversi mercati del debito locale continuano a mostrare buone opportunità.
Uno dei principali rischi per i Mercati Emergenti riguarda la possibilità che il dollaro statunitense possa rafforzarsi in scia a una politica ulteriormente restrittiva della Fed, che metterebbe sotto pressione i titoli obbligazionari e le valute dei Mercati Emergenti. Anche un forte declino dei prezzi delle materie prime potrebbe essere un problema per gli Emergenti, così come lo sarebbe un aumento del rischio politico, come lo scandalo legato alla corruzione in Brasile o ulteriori tensioni in Asia connesse al programma missilistico della Corea del Nord.
Il contesto generale per gli investitori obbligazionari nella seconda metà del 2017 presenta rischi crescenti e opportunità selezionate. Mentre la divergenza in materia di politica monetaria tra le diverse regioni continuerà a persistere, offrendo opportunità per sfruttare i movimenti degli spread e le inclinazioni delle curve di rendimento, è chiaro che tale situazione non durerà per sempre: la Fed e la PBoC hanno già intrapreso delle politiche restrittive, la Bank of Japan ha iniziato a parlarne, e la BCE potrebbe cominciare a discuterne presto. È possibile che la fine dell’era della politica monetaria ultra-accomodante si stia avvicinando in maniera graduale, ma arriverà, e gli investitori ne sentiranno l’impatto. I rendimenti aumenteranno e la volatilità, che è stata contenuta in maniera artificiale, dovrebbe tornare a farsi sentire.
Alla luce di tutto ciò, riteniamo che gli investitori dovrebbero adottare un approccio cauto al fixed income per il 2017 e il 2018, focalizzandosi su posizioni a forte convinzione. Il debito locale dei Mercati Emergenti offrirà alcune delle migliori opportunità, soprattutto in Paesi con un outlook di bassa inflazione e poche prospettive di aumenti dei tassi. Anche i prestiti bancari a tasso variabile, che storicamente hanno registrato buone performance nei periodi di rialzo dei tassi, potrebbero dimostrare il proprio valore nei prossimi mesi. Altrimenti, la forte crescita degli utili societari recente significherà che gli investitori continueranno a trovare opportunità nelle società globali che hanno fondamentali solidi e valutazioni attraenti.