Il contenuto della petizione volta a chiedere risarcimenti per i clienti della presunta truffa IronFx, società accusata di avers sfruttato lacune nella regolamentazione europea per potersi rifiutare di pagare i depositi, è stato presentato mercoledì da una delle vittime della clientela retail al Parlamento europeo.
“Ci sono più o meno 1.700 piccoli investitori sono stati truffati dalla società con sede a Cipro, che si rifiuta da due anni di ripagare i clienti. Ho più di 25.000 euro depositati e 20 mesi fa ho chiesto di ritirare i miei soldi, ma è da allora che aspetto”, ha dichiarato un petizionista ungherese all’europarlamento.
Le accuse, secondo lui, sono state confermate già dalle autorità di Cipro, che però non stanno facendo abbastanza. Una società con sede nell’isola, che fa parte dell’Unione Europea, può operare in Europa ma la supervisione viene condotta dalle autorità dell’isola. La presunta frode, che Wall Street Italia ha denunciato per prima in Italia, è dovuta di fatto alle libertà consentite nel mercato unico europeo.
“Secondo la direttiva MiFid, siccome la società IronFx non rispetta le regole e ha infranto le condizioni per condurre affari nel mondo finanziario, le autorità dovrebbe ritirare la licenza del gruppo”, dice il membro del gruppo della petizione di cui si è discusso in aula.
“Perché non viene aperta un’indagine?” si chiede il cliente retail rivolgendosi all’organo legislativo d’Europa, denunciando una mancanza di trasparenza da parte di Cipro. “I consumatori non sanno se le autorità stanno indagando e se prenderanno misure coercitive contro i colpevoli. Hanno provato a rispondere alle sue domande due funzionari della Commissione Ue e una rappresentante dell’ESMA (guarda video di tutti gli interventi a partire dal minuto 15:28).
IronFx, ESMA: forse indagine dopo l’estate
Un commissario ha fatto notare che Cipro ha notificato una entità, l’associazione a protezione dei consumatori e dei servizi e che “le lamentele di chi ha presentato la petizione non possono fare appello a una violazione della direttiva 2013/11 dell’Ue”, la direttiva del parlamento e del Consiglio europeo del 21 maggio 3013 relativa al regolamento extra giudiziario delle lamentele avanzate dai consumatori.
Il rappresentante della petizione ha chiosato chiedendo “aiuto per i piccoli investitori che si sono fidati dei regolatori”. Dal momento che IronFx si rifiuta di collaborare, “molti clienti truffati hanno perso la speranza e questa è l’occasione di agire perché recuperino i loro soldi”.
Un altro Commissario europeo ha detto di essere al corrente della presunta violazione delle regole, ma che l’organo esecutivo europeo non ha il potere per intervenire su casi singoli. È invece la responsabilità delle autorità di regolamentazione nazionali. Le lamentele e la richiesta di risarcimenti fatta a IronFx non dipendendo Investigare su possibili violazioni delle direttive .
Secondo le regole attuali in vigore le autorità europee sono impotenti e infatti le lamentele sono state mosse contro le autorità di Cipro per non avere intrapreso alcuna azione contro la società di investimento. Quello che ha fatto l’ESMA, autorità europea indipendente di Parigi responsabile della sorveglianza dei mercati finanziari e il cui obiettivo primario è quello di proteggere clienti e consumatori, è stato:
- istituire un gruppo congiunto di supervisori europei presieduto da ESMA nel luglio del 2015 che ha svolto operazioni di scrutinio;
- condurre ispezioni nell’estate in nove aziende che operano da Cipro che vendono titoli complessi ai piccoli investitori; otto le sanzioni comminate in autunno, mentre una licenza è stata ritirata e IronFx era tra queste. Si parla di una multa complessiva da 2 milioni di euro.
La questione preoccupa da due anni l’ESMA, che ha ricevuto circa 500 lamentele da clienti di IronFx provenienti da tutti i paesi dell’Unione Europea, e che ha lanciato un avvertimento a stare alla larga da prodotti complessi CFD, opzioni e altri derivati che non vanno venduti senza una consulenza finanziaria adeguata.
ESMA, che può fare solo raccomandazioni non vincolanti, dice che il problema non riguarda solo IronFx ma anche altre aziende e che l’obiettivo è di aumentare la protezione degli investitori retail, cercando in futuro di monitorare chi opera online da Cipro.
Il lavoro svolto sinora dal gruppo di lavoro dei supervisori forma una base di partenza importante per ESMA per prendere in considerazione il lancio di una indagine formale, che sarebbe un mezzo efficace per risolvere la questione.
“Resterà a discrezione dell’ESMA in qualità di autorità, che quando prende queste decisioni guarda anche a quello che ci può aspettare da un’indagine formale oltre a quello che è già stato fatto”. L’esito finale sarebbe quello di una raccomandazione non vincolante, che può diventare opinione vincolante se la Commissione europea accetta, ma anche in quel caso la rappresenta dell’autorità di Parigi chiarisce che non si tratterebbe di una decisione presa direttamente da ESMA contro IronFx o altri presunti colpevoli.
Non si sa ancora se l’indagine verrà effettivamente avviata: prima ESMA vuole vedere quali sono le contromisure prese dai soggetti contro cui sono state esposte le centinaia di lamentele e richieste di rimborso. “Una scelta verrà fatta dopo l’estate“. A quel punto la SIM potrebbe finire per versare degli indennizzi.
IronFx Global è stata fondata nel 2010 con un capitale di appena 2 milioni e 690.000 euro ed è riuscita in alcuni anni ad acquisire fino a 400.000 clienti in Asia e in Europa, fra cui circa 2.000 in Italia. Ciò anche grazie a un aiuto insolito: la sponsorizzazione della squadra di calcio del Barcellona.