Diciannove cittadini europei su venti sono contrari all’imposizione di limiti all’uso dei contanti, figuriamoci all’idea di vivere in una società senza contanti. Tuttavia le autorità internazionali continuano a sperimentare o suggerire modi per eliminare il cash dalla circolazione, in modo da dare alle banche centrali l’autorizzazione a imporre tassi sempre più negativi senza rischiare di scatenare una corsa agli sportelli e una fuga dei depositi dalle banche.
In un sondaggio condotto di recente è emerso che il 95% dei cittadini europei interpellati non vuole che vengano eliminate banconote di grossa taglia, una misura che in molti paesi è stata introdotta con la giustificazione che contribuisce a lottare contro la criminalità e la corruzione. Il sondaggio è in realtà una consultazione lanciata dalla Commissione Ue per vedere se implementare o meno misure generalizzate nell’area nel 2018.
Ancora più emblematica è stata la risposta offerta alla domanda “in che modo sarebbe avvantaggiato personalmente o professionalmente dall’introduzione di limiti sui pagamenti in contanti in Ue?”. Il 99,18% del campione non è riuscito a rispondere. Significa che nemmeno l’1% dei 30mila intervistati consultati è riuscito a trovare un fattore positivo che tali misure potrebbero recare.
Detto questo, non si può non tenere in considerazione il fatto che il 37% del campione è di origine tedesca e il 19% austriaco (ossia il 56% del totale), due paesi fortemente contrari all’abolizione dei contanti. Persino i millenials tedeschi, nati e cresciuti con le nuove tecnologie, preferiscono pagare ancora in contanti piuttosto che con sistemi di pagamento elettronici.
Il 35% del campione, tuttavia, viene comunque dalla Francia, un paese in cui in molti stabilimenti e punti vendita con una carta di credito si possono anche pagare beni di poco valore come un caffè o un pacchetto di sigarette. Il governo francese ha già imposto un limite ai contanti di 1.000 euro.
Usare i contanti viene ancora ritenuto dalla maggioranza degli europei un metodo conveniente a cui i cittadini non sono disposti a rinunciare nemmeno in nome di una lotta all’evasione fiscale, al terrorismo o al riciclaggio di denaro sporco.
“Privacy e anonimato non sono diritti umani fondamentali”
La principale minaccia percepita dal campione interpellato riguarda quella alla privacy all’anonimato. L’87% degli intervistati ritiene che pagare con i contanti rimane una forma di libertà personale essenziale. La Commissione Europea e l’FMI non sono d’accordo. Nella proposta di legge lanciata in gennaio per ridurre l’uso delle banconote, l’organo esecutivo europeo ha sottolineato che la privacy e l’anonimato non costituiscono “diritti umani fondamentali’.
Se le autorità europee dovessero accelerare il processo di abolizione dei contanti, tuttavia, la sensazione è che potrebbero provocare delle proteste in molte nazioni. In Germania la fiducia nelle banche e nelle istituzioni europee è già ai minimi storici. Solo un tedesco su tre dice per esempio di avere fiducia nell’operato della Bce. Più a lungo durerà il programma di Quantitative Easing e più crescerà questo sentimento di avversione.
Secondo il presidente della Bundesbank Jens Weidmann sarebbe disastroso se la gente iniziasse a convincersi che i contanti saranno aboliti. È un riferimento alle politiche dei tassi negativi e al fatto che una simile ipotesi provocherebbe una caccia ai contanti.
L’Fmi ha pubblicato un paper in cui vengono offerti ai governi consigli utili su come sbarazzarsi dei contanti. Un’opera di “de-cashing” della società nel settore privato appare preferibile, secondo l’organizzazione di Washigonto, a quella nel pubblico. La prima ipotesi è quasi interamente benigna, sebbene necessiti di qualche modifica legislativa da parte delle autorità politiche.
L’ultima opzione invece solleverebbe non poche obiezioni da parte dei cittadini. Vista la presenza di rischi di attacchi informatici e problemi tecnici, Stati e popoli, per esempio, sarebbero più vulnerabili ai furti dei propri risparmi e averi. “Il tentativo di imporre un divieto dei contanti tramite decreto va evitato, perché la gente è ancora molto affezionata ai contanti”. dice l’Fmi.
Va piuttosto attuato “un programma mirato per alleviare i sospetti legati alle vere finalità della fine dei contanti. In particolare non va data l’impressione che le autorità stiano cercando di esercitare un controllo delle vite dei cittadini, compreso l’utilizzo che fanno dei loro soldi, e di convincerli a parcheggiare i propri risparmi in banca”.
Va invece presentata come una misura per rendere più economico e semplice utilizzare metodi di pagamento elettronico, imponendo al contempo una stretta sui chi si oppone alle carte di credito e vorrebbe continuare a usare i contanti (per “ragioni peraltro perfettamente valide”, come ammette lo stesso Fmi), per esempio rendendo più difficile e caro l’utilizzo delle banconote. In molte nazioni siamo già arrivati a questo punto con i governi che stanno seguendo i consigli esposti dall’Fmi.