A questo non aveva pensato il governo britannico. Un settore esposto a pericoli dopo la Brexit potrebbe essere quello alimentare e dell’agricoltura. A causa della fine degli aiuti dell’Unione europea, l’approvvigionamento alimentare potrebbe diventare incerto e più costoso per il Regno Unito. La necessità di sostituire in tempi rapidi la regolamentazione dell’Ue che dopo la Brexit non si applicherebbe più e la mancanza di una nuova politica britannica potrebbe portare al caos.
Lo dice uno studio di esperti di politica alimentare di tre università, diffuso nel giorno di inizio del secondo round di negoziati per la Brexit. La stabilità dell’approvvigionamento alimentare e dei prezzi sarebbe stata favorita dall’Unione europea negli ultimi decenni. Lo studio sostiene che finora c’è stata una mancanza assoluta di azione del governo nei settori legati all’alimentazione e all’agricoltura. Non si è parlato di sussidi, né di standard di sicurezza, né del lavoro dei contadini migranti.
“Con la scadenza della Brexit fra 20 mesi, questo è un grave fallimento“, ha commentato Tim Lang, professore alla City University e uno degli autori del rapporto, “il comportamento del governo in questa questione sembra quello di un sonnambulo”. Il risultato è che con la Brexit la sicurezza alimentare nel Regno Unito sarebbe in grave pericolo, con scarsità dei rifornimenti e prezzi molto variabili.
Il Regno Unito potrebbe tornare a livelli di volatilità simili a quelli degli anni 30 e precedenti, una sfida di notevole portata per l’economia. Inoltre gli standard di sicurezza del cibo potrebbero abbassarsi se il Regno Unito scegliesse di smettere di adottare le regole europee e accettasse invece accordi di libero scambio con Paesi che hanno standard più bassi.