Alta la tensione tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti dopo l’ennesima minaccia di Pyongyang di colpire senza pietà al cuore gli Stati Uniti con un attacco nucleare. Secondo l’emittente Fox news, il lancio del missile ICBM potrebbe avvenire fin da questo mercoledì notte.
La strategia di Donald Trump per contenere Kim Jong-Un non sembra funzionare, con il regime isolato di Pyongyang che continua a sfidare Usa e Cina, le quali per ora inutilmente hanno minacciato di rappresaglia la Corea del Nord.
Fonti del Pentagono rivelano di un nuovo test missilistico che molto probabilmente avrà luogo domani, 27 luglio, in occasione del 64esimo anniversario dell’armistizio che ha messo fine alla guerra di Corea.
“Se gli Stati Uniti dovessero mostrare anche il minimo segno di un tentativo di rimuovere la nostra leadership suprema colpiremo senza pietà al cuore degli Stati Uniti con la nostra potente arma nucleare, affinata e rafforzata”.
Così ha tuonato un portavoce del dittatore nordcoreano all’indomani delle dichiarazioni del direttore della Cia, Mike Pompeo, che durante un incontro ad Aspen (Colorado) è sembrato alludere a un possibile cambio di regime.
“Quello che possiamo fare è separare la capacità nucleare e chi potrebbe avere l’intenzione di usarla”.
La Corea del Nord fa la voce grossa anche forte dell’aiuto che avrebbe da Mosca. Gli ultimi dati dimostrano come le esportazioni russe verso Pyongyang nei primi cinque mesi del 2017 sarebbero addirittura raddoppiate, confermando così un rapporto commerciale molto forte tra i due paesi.
Come riferisce la stampa sudcoreana il 90% di tali esportazioni hanno riguardato l’energia, visto che il Cremlino esporta verso la Corea del Nord per lo più carbone, ma anche carburanti e altri beni. Inoltre Mosca impiega ben 50mila lavoratori nordcoreani nei settori della produzione di legname e delle costruzioni.
Una mossa strategica del Cremlino come riferiscono alcuni esperti visto che il sostegno economico che Putin concede a Kim Jong-un potrebbe essere usato a suo vantaggio per ottenere concessioni da Washington in merito alla questione ucraina e siriana. Un’occasione perfetta per mettere i bastoni fra le ruote all’amministrazione Trump, afferma Harry Kazianis, direttore di studi di difesa al Center for the National Interest, un think-tank. A ciò si aggiunge anche il fatto che oggi la Cina, l’unico paese che potrebbe distogliere Kim Jong un dai suoi piani, sembra distratto da altri pensieri.