ROMA (WSI) – L’Italia sotto scacco degli investitori e delle banche con quasi 1000 miliardi di euro di debito pubblico da rinnovare nella prossima legislatura: questa è la cifra che rende noto un’analisi del Centro studi di Unimpresa sui titoli di Stato in circolazione.
“Nel dettaglio i sottoscrittori di debito italiano detengono 115,9 miliardi di Bot, 1.581,4 miliardi di Btp, 137,4 miliardi di Cct e 44,8 miliardi di Ctz. Guardando le emissioni in circolazione e quelle in scadenza dall’inizio del prossimo anno fino al dicembre del 2022, emerge che l’ammontare del debito pubblico da rifinanziare nella prossima legislatura è pari a 900,1 miliardi: si tratta di 47,1 miliardi di bot, 734,7 miliardi di btp, 85,7 miliardi di cct e 32,4 miliardi di ctz. E, considerando i circa 100 miliardi annui di bot emessi e rinnovati ogni 12 mesi, l’ammontare complessivo di debito da rifinanziare nella prossima legislatura è ampiamente superiore a 1.000 miliardi”.
Dati allarmanti, come sottolinea su LaPresse il vicepresidente di Unimpresa Claudio Pucci che lancia un avvertimento:
“In attesa dei tanti numeri che ascolteremo dai leader politici nella prossima campagna elettorale, mettiamo a disposizione dell’opinione pubblica un dato che, a nostro giudizio, è sottovalutato e invece è centrale: il peso del debito pubblico, che supera quota 2mila miliardi, ci sta schiacciando, e le scadenze dei titoli di Stato sono il cappio al collo del nostro Paese con il quale gli investitori, le case d’affari internazionali e le banche italiane ci tengono sotto schiaffo.
Una bomba ad orologeria la situazione dei conti italiani su cui si allunga l’ombra della Troika che potrebbe arrivare già nel 2018, o al massimo nel 2019. Come scrive Giuseppe Turani su ItaliaOggi l’ingovernabilità nel nostro paese e larrivo di un tedesco alla Bce in sostituzione di Mario Draghi potrebbe anche portare a un rincaro della spesa per interessi sul debito dell’Italia di 50 miliardi all’anno (oltre ai 70 che già paghiamo ora).
“E questo sarebbe il default. Con immediato arrivo della Troika (…) Il debito italiano, già altissimo, nei prossimi anni sarà il nostro incubo giornaliero”.