Nel 2016 sono costate allo Stato italiano 80 milioni di euro. Parliamo di quelle prestazioni assistenziali pagate ai pensionati residenti all’estero, fra cui la quattordicesima. Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha denunciato la situazione lo scorso mercoledì durante un’audizione al Senato. Il Comitato per gli italiani all’estero del Senato ha annunciato l’inizio dello studio di misure “per ridurre la parte assistenziale del trattamento pensionistico riconosciuto ai nostri connazionali residenti in altri Paesi”. L’obiettivo è evitare che il sostegno dell’Inps sostituisca quello erogato dallo Stato di residenza, come avviene oggi.
I tagli, che dovrebbero essere introdotti con la prossima legge di bilancio, varranno solo per i Paesi in cui c’è un sistema di protezione in modo che per il singolo pensionato non cambierà nulla. Discorso diverso per quegli Stati che non offrono un sistema di protezione adeguato. In questo caso l’Italia continuerebbe a pagare quattordicesime, integrazioni al minimo e altre maggiorazioni. Come precisato da Claudio Micheloni, presidente del Comitato per gli italiani all’estero, “l’intervento non toccherebbe le pensioni maturate con i contributi”.
Quello dei pensionati che vanno all’estero è un fenomeno in espansione e secondo Boeri continuerà ad aumentare in futuro. Le destinazioni più gettonate sono il Portogallo e le Canarie. Ha commentato Boeri:
“Forse sarebbe utile che il nostro Paese “importasse”, si rendesse appetibile ai pensionati che vengono da altri Paesi per aumentare la domanda interna e anche le entrate fiscali”
Secondo i dati forniti dall’Inps, l’ultima legge di Bilancio ha esteso la platea di destinatari della quattordicesima, per cui è stato erogato all’estero un totale di 35,6 milioni di euro.