La lunga crisi: cause e responsabilità della morte di un imprenditore

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Quando muore suicida una persona è sempre un dramma umano immane.

Se a morire in questo modo, è un imprenditore, con la motivazione di “non essere in grado di pagare gli stipendi agli operai”, ancora di più, se mai fosse possibile tracciare una graduatoria dell’entità di una tragedia.

Oggi parlando dell’argomento, ho in qualche modo alluso alle responsabilità della politica che ha fatto poco o nulla per evitare l’evento.

Un lettore che peraltro stimo per la profondità delle sue riflessioni mi ha fatto notare che << … è  come minimo velleitario attribuire colpe alla società, alla politica o a quant’altro di generico si voglia>>.

Convinto come sono che la “Politica è come l’aria, anche quando è irrespirabile, non se ne può fare a meno”, ho risposto all’esimio lettore nel modo che segue:

“”Egregio amico lettore, quando si suicida un uomo, un imprenditore alla guida di un Gruppo di 130 persone per la ragione che ho detto, cioè di non essere in grado di pagare gli stipendi, dove peraltro, come leggo dalla stampa, aveva un incontro sindacale proprio per contenere la giusta protesta dei dipendenti privati dallo stipendio – non è un caso e la colpa, la responsabilità è dello Stato e di tutti noi che poco o nulla abbiamo fatto per scongiurare simili tragedie.

E’ colpa della Politica che consente, anzi che dico, costringe a pagare un “socio occulto” che è lo Stato al 50% sugli utili fatturati.

L’ho detto altre volte e l’occasione è propizia per ripeterlo: “se un imprenditore deve trasferire un mezzo meccanico da Palermo a Milano – c.d. trasporto speciale (si pensi alla vincita di un appalto pubblico per la esecuzione di un’opera) deve fare dieci domande ad Enti regionali diversi, perché grazie all’attuale vigenza dell’art.117 della più bella Costituzione del mondo e per effetto di quelle “competenze concorrenti”, esistono dieci discipline diverse del trasporto locale.

Di chi è la colpa di questa burocrazia impazzita, per questi costi della spesa pubblica che non si riescono a contenere, portando la tassazione ad un livello umano ed accettabile?

Quanto detto, ovviamente al netto delle nostre rispettive convinzioni politiche che hanno certamente una pari dignità. Mi creda, ho concluso, dire queste cose non mi fa piacere, ma ahimè è la realtà e la dobbiamo dire, anzi urlare.

Grazie per il suo contributo. Cordialità””.

A quello che ho detto prima vorrei aggiungere che il 4 dicembre 2016, on la vittoria dell’accozzaglia, il nostro Paese ha perso una grandissima occasione di cui le generazioni future ce ne chiederanno conto.

La Politica cari amici è responsabile di tutto, finanche dei danni provocati dalla pioggia (alluvioni, perché non ha speso abbastanza per la cura del territorio) o per la siccità (perché non ha pensato a infrastrutturare il territorio con dighe ed invasi a sufficienza).

Piove, Governo ladro!