Ammonta a due milioni di euro la buonuscita che verrà pagata all’ex a.d. di Poste Italiane, Francesco Caio. A renderlo noto è stato il Cda del gruppo che ha specificato che il manager sarà pagato 1.578.633,77 euro a titolo di indennità, oltre alle competenze di fine rapporto. Si aggiungono infatti 425.958,23 euro a titolo di patto di non concorrenza della durata di 12 mesi e altri 80mila euro per rinunce specifiche sottoscritte da Caio.
Il mega compenso fissato per Caio sembra non tenere affatto conto dei ripetuti avvertimenti della dalla Corte dei Conti negli ultimi anni di “porre attenzione all’incremento del costo del personale dirigente”. Avvertimenti arrivati per la prima volta in relazione al bilancio 2013. Dopo due anni la Corte tornava sullo stesso argomento nell’analizzare i conti 2015 sottolineando come gli stessi siano cresciuti in due anni da 150 a 180 milioni.
Sotto il faro della magistratura contabile, come ha messo in rilievo Business Insider Italia, erano finiti anche i compensi attribuiti al vertice del gruppo.
“All’atto della determinazione dei compensi complessivamente corrisposti al nuovo Amministratore delegato e Direttore generale (Francesco Caio, ndr), si è posta la necessità di effettuare una valutazione preliminare in merito al compenso complessivamente corrisposto al precedente Amministratore delegato e Direttore generale della Società, al fine di contenere la misura dei nuovi compensi entro il 75 per cento di quelli precedenti”.
Indicazione che però non è stata rispettata. A ben vedere l’ad Francesco Caio aveva guadagnato nel 2015 1,1 milioni di euro come retribuzione fissa a cui si sono aggiunti 193mila euro come compenso variabile, ossia più del 75% del compenso ottenuto dal precedente capoazienda Massimo Sarmi nel 2013, che era stato pari a 1,56 milioni, come riporta Business Insider Italia.