Gli europei consumano sempre più burro, in un periodo in cui i prezzi sono in forte esplosione, le scorte in calo e i giganti del latte avvertono del rischio di una carenza imminente. Le preoccupazioni del mercato per una scarsità di burro non possono essere ignorate: il timore più grande riguarda l’espansione di cambiamenti globali nelle abitudini alimentari. Se la domanda di burro raggiungesse livelli troppo elevati, la carenza del prodotto si aggraverebbe e i prezzi dei dolci e delle torte, nella cui preparazione il burro è un ingrediente fondamentale, potrebbe lievitare.
Un articolo di Cnbc riferisce la testimonianza di una pasticceria di Parigi, dove l’aumento del costo del burro non si è ancora tradotto in una crescita del prezzo dei prodotti dolciari per i consumatori. Tuttavia, dalla pasticceria affermano che saranno costretti ad alzare i prezzi in tempi brevi, in modo ragionevole, se la situazione non cambia.
L’amministratore delegato di Arla, quarta società produttrice di latte al mondo, Peder Tuborgh, ha suggerito che la produzione attuale di latte potrebbe essere insufficiente a soddisfare la domanda di burro e che i clienti in Europa cominceranno a sentirne le conseguenze nei prossimi mesi. Secondo la FAO, a giugno i prezzi sono aumentati del 14% toccando un massimo storico. In Italia a maggio la quotazione del burro alla Borsa di Lodi ha toccato i 4,63 euro al chilo, segnando un aumento di quasi il 90% rispetto allo stesso periodo del 2016.
Una delle cause dell’aumento del consumo di burro in Europa e in tutto il mondo è che questo prodotto viene consigliato perché sono state riviste le opinioni sulla sua pericolosità per la salute e il burro viene considerato più sano ad esempio rispetto all’olio di palma. Nell’agosto 2015 McDonald’s ha annunciato che stava passando al burro e altre compagnie lo hanno seguito.