Le energie rinnovabili stanno diventando sempre più economiche rispetto alle fonti che generano emissioni di anidride carbonica come il carbone. Negli ultimi anni i prezzi delle tecnologie delle rinnovabili sono diventati sempre più competitivi, secondo l’amministratore delegato di Dong Energy Henrik Poulsen. I costi sono scesi ed è stato possibile proporre prezzi più bassi ai consumatori.
L’affermazione è supportata dai dati. Uno studio di Morgan Stanley è arrivato alla conclusione che entro tre anni le rinnovabili, come il sole e il vento, saranno la forma più conveniente per generare nuova energia. Questo avverrà in quasi tutti i Paesi considerati da Morgan Stanley, prima del 2020. Fra il 2016 e il 2017, secondo il comunicato della banca, il prezzo dei pannelli fotovoltaici è sceso del 50%.
Gli Stati Uniti potrebbero così riuscire a ridurre il livello di emissioni di CO2 più di quanto previsto dagli impegni stabiliti negli accordi di Parigi, nonostante l’intenzione dichiarata dal presidente Donald Trump di ritirarsi da questi accordi sul clima, che stabilivano la riduzione entro il 2025 delle emissioni del 26%-28% rispetto ai livelli del 2005.
Le ragioni della rapida diminuzione dei costi delle rinnovabili sono diverse. Nel settore dell’eolico, l’aumento negli ultimi anni della lunghezza delle pale delle turbine eoliche ha permesso una crescita dell’output. Sul fronte dell’energia solare, si è arrivati a un’offerta eccessiva di pannelli che spinge al ribasso i prezzi di produzione. Secondo Morgan Stanley, lo scorso anno le installazioni di pannelli solari sono aumentate del 50%.
Fra le conseguenze della riduzione delle bollette dei clienti, lo scenario di un miglioramento dell’ambiente normativo per le utility e, per chi sviluppa le rinnovabili, la possibilità che gli investimenti in progetti legati a queste fonti energetiche generino rendimenti interessanti corretti per il rischio.