L’Antitrust irroga sanzioni, Campidoglio condannato, i romani pagano.
I cittadini romani, quelli che hanno votato Virginia RAGGI, quelli che hanno voluto il cambiamento, passando dalla padella alla brace stanno vivendo un dramma e in parte li capisco.
Parliamo di spiccioli beninteso, una multa di appena 3,2 milioni di euro.
Roma è abituata a cifre ben superiori e una somma del genere rappresenta una quisquiglia per un sistema complessivo che non funziona, una Amministrazione assente, incapace, dove in pratica il disastro è generalizzato.
Per la più grande azienda pubblica nazionale di Trasporto urbano la sentenza dell’Antitrust non ammette appello, disastro certificato:
“Una pratica commerciale scorretta nell’offerta del servizio pubblico di trasporto ferroviario nell’area metropolitana di Roma consistente nella falsa prospettazione, attraverso l’orario ufficiale diffuso presso le stazioni e nel sito internet, di un’offerta di servizi di trasporto frequente e cospicua, a fronte della sistematica e persistente soppressione di molte corse programmate, nonché nella omessa informazione preventiva ai consumatori in merito alle soppressioni previste”.
Questi pentastellati che si accingono a governare la Sicilia, vincendo come si prevede la tornata elettorale d’autunno prossimo per il rinnovo del Consiglio Regionale, sono grandi.
Ogni giorno, c’è Giggino – al secolo Luigi DI MAIO, Vicepresidente della Camera dei Deputati – un grande che tra una mail che gli sfugge – legge poco, lui parla soltanto – e un congiuntivo da sistemare o una telefonata alla ricerca di “Canadair” nelle Cancellerie di mezza Europa per spegnere i nostri boschi, è sempre impegnato.
E’ un ragazzo ambizioso, aspira a fare il Presidente del Consiglio, vuole governare l’Italia nel mentre i cittadini romani non lo voterebbero neanche a Sindaco di Roma.
E’ così, l’esperienza di Virginia RAGGI ha fatto scuola e i romani hanno capito che fra una honestà presunta ed una incapacità acclarata, certificata oggi non hanno dubbi: il Movimento 5 Stelle va bene per una chiacchiera da Bar Sport, amministrare una capitale, governare una Regione o ancora peggio una Nazione è un’altra cosa, un altro mondo e questi devono ancora nascere, crescere e forse fra cinquant’anni formare una classe dirigente della quale, oggi, a parte Giggino il grande, non si vede nulla.
Chi vivrà vedrà, intanto si salvi chi può!