Prevedibile, forse, ma ora provato dai dati. Secondo il rapporto dell’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro “Le opportunità occupazionali dopo il periodo estivo” i mesi in cui le imprese assumono il maggior numero di lavoratori sono settembre e gennaio. Negli ultimi tre anni, fra settembre e ottobre si è registrato il 21% delle assunzioni annuali, circa 725 mila posti di lavoro, senza considerare i contratti in somministrazione.
Quali sono i motivi di questi picchi? Il settore pubblico concentra la gran parte delle assunzioni (il 44,2%) a settembre, insieme all’inizio dell’anno scolastico. I datori di lavoro agricoli scelgono quasi un terzo dei nuovi impiegati a gennaio (29,7%) seguendo i cicli di produzione del settore. A settembre e ottobre aumenta anche il lavoro domestico, a causa delle richieste di assistenza e pulizia da parte delle famiglie che rientrano dal periodo estivo.
In autunno il settore privato assume circa 400 mila nuove unità in media ogni anno. La domanda di lavoro dei datori si è rivolta soprattutto (31%) ai giovani fra i 25 e i 34 anni. Nell’anno in corso ci sarà un fattore nuovo che potrebbe comportare un aumento nel numero di assunzioni nel settore privato. L’aumento del Pil previsto per il 22017 è più elevato rispetto agli anni precedenti: 1,4% rispetto allo 0,9% del 2016 e allo 0,8% del 2015 fa ipotizzare un aumento delle assunzioni nel privato maggiore di 50 mila unità per un totale di 450 mila invece che 400 mila.
A questi dati va aggiunto il lavoro in somministrazione, previsto in crescita. Le figure più richieste saranno per professioni mediamente qualificate come dipendenti nei servizi e nelle attività commerciali, artigiani e operai specializzati, professioni esecutive d’ufficio. Questi profili saranno richiesti nei due terzi delle nuove assunzioni fra settembre e ottobre 2017. Alta anche la percentuale delle professioni qualificate che è intorno al 18% delle unità di lavoro assunte.