L’iniziativa della Cina “Belt and Road” potrebbe essere il prossimo rischio per il sistema finanziario globale. Il progetto cinese mira a creare connessioni attraverso infrastrutture fisiche e digitali fra più di 60 Paesi in Asia, Europa e Africa. Belt and Road è vista come uno strumento per favorire la prosperità economica e promuovere i rapporti diplomatici fra gli Stati, una scelta che può essere vincente in un periodo in cui altre potenze si stanno orientando verso politiche protezioniste, ma che richiede ampi finanziamenti dello Stato. Alcuni sono preoccupati che il progetto possa essere un problema per il sistema bancario cinese, il che sarebbe un problema per il sistema bancario globale.
Le maggiori banche commerciali della Cina hanno cominciato a raccogliere fondi per il progetto. Fra queste, China Construction Bank, la seconda banca del Paese per attività, ma anche Bank of China, Industrial and Commercial Bank of China, e Agricultural Bank of China. Il rischio è che lo Stato possa accumulare miliardi di crediti deteriorati se il progetto fallisse. L’impatto potrebbe danneggiare il sistema finanziario mondiale secondo Xu Chenggang, professore alla Cheung School of Business di Pechino.
I prestiti cinesi sarebbero estesi a governi di Paesi a rischio per finanziare infrastrutture con alto rischio. Il fatto che il progetto coinvolga i governi e le loro relazioni e non le imprese private rende la situazione pericolosa, secondo Xu Chenggang. Secondo le regole dello Stato che prevedono “vincoli di bilancio soft”, le imprese di proprietà statale non possono andare in bancarotta se sono insolventi perché lo Stato ha interesse a mantenerle a galla.
Secondo il professore, il gran numero di aziende cinesi in via di fallimento è stato uno dei motivi che ha spinto il governo a dar vita al progetto “Belt and Road”. Il rischio è che però in questo modo il problema si espanda a iniziative all’estero. “Non c’è dubbio che un gran numero di questi progetti, molto rischiosi, si trovi a fronteggiare problemi imprevisti”, dice Bjorn Conrad, vicepresidente del Mercator Institute for China Studies, “un rischio per il sistema bancario della Cina è, per default, un rischio per il sistema bancario globale”.