PARIGI (WSI) – Se al governo francese l’idea di affidare in toto i cantieri navali Stx a Fincantieri non piace, giocando così la carta della nazionalizzazione temporanea in attesa di trovare un nuovo accordo con gli italiani, la pensano diversamente gli operai d’Oltralpe.
“A noi, che gli italiani abbiano la maggioranza o meno non importa: basta che diano garanzie sull’occupazione e sulla difesa del know how. E nell’accordo di Hollande c’erano”.
Così parla ai media François Janvier, il dirigente di Cfe-Cgc, il sindacato più forte fra gli impiegati. Se all’inizio l’idea di passare sotto il controllo di Fincantieri non era un granchè ora le cose sono cambiate.
Noi non ci fidavamo di Fincantieri, che è stato sempre un concorrente. Poi, però, con Hollande si raggiunse un accordo, che globalmente andava bene. Abbiamo bisogno di un industriale del settore, non dello Stato.
L’accordo siglato con l’ex presidente Francois Hollande prevedeva che la società triestina avesse il 48% del capitale, un 6 per cento andasse invece fosse in mano alla Fondazione CRTrieste e il resto diviso tra lo stato francese e Naval Group, società pubblica del comparto militare. Il segretario della Cgt, la Cgil francese, rincara la dose e punta il dito contro il nuovo presidente francese:
“Macron è il campione dei colpi mediatici. Con la nazionalizzazione è diventato il protettore dell’impiego industriale e con pochi soldi, appena 80 milioni di euro. Per Neymar il Psg ne ha sborsati più di 500 (…) la vicenda è diventata un caso politico e basta (…) né loro (ndr: Fincantieri) né lo Stato ci assicurano le garanzie sociali che vorremmo”.
Infine Jacques, lavoratore esterno di Stx France, afferma:
Gli italiani sono più sul mercato. Dello Stato-manager non mi fido.