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Vaccini: moratoria in Veneto, Lombardia sospende delibera nidi

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ROMA (WSI) – Con la fine delle vacanze arriva un nuovo anno scolastico che si preannuncia particolarmente movimentato e questo a seguito dell’obbligo dei vaccini introdotto con la legge n. 119 del 2017.

Tale legge ha reintrodotto l’obbligo per dieci profilassi escludendo l’accesso a scuola per chi non si adegua. Ma visti i problemi si è deciso di prevedere anche la possibilità di presentare un’autocertificazione della prenotazione per chi non dovesse fare in tempo con l’avvio dell’anno scolastico. Tutte le regioni, in nome del federalismo sanitario, si sono mosse in autonomia ma una fra tutte fa discutere ed è la regione Lombardia che ha intrapreso un braccio di ferro con i ministeri della Salute e della Pubblica Istruzione.

La giunta regionale ha deciso di mettere in pausa la delibera che autorizzata l’ammissione ai nidi dei bambini indipendentemente dai vaccini, ma a condizione che i genitori si inserissero in un percorso di recupero. Come ha spiegato Roberto Maroni, governatore della regione:

“Non voglio lo scontro con il Governo. Ho parlato con la ministra Fedeli, ci siamo chiariti. Non c’è posizione di conflittualità, vogliamo risolvere il problema con la leale collaborazione tra istituzioni”.

Vaccini sì, vaccino no quindi. Un dilemma che investe anche il Veneto che sceglie la moratoria fino al 2019-2020. Cosa significa? In soldoni che le famiglie venete avranno tempo fino al 2019-2020  per presentare tutta la documentazione relativa ai bambini da zero a sei anni ed evitare la decadenza dell’iscrizione dai nidi e dalle scuole materne.

Ma perché tale diatriba? A spingere la polemica essenzialmente gli effetti collaterali che i vaccini creerebbero sui bambini. A dar man forte è un recente studio sugli eventi avversi da vaccino realizzato dai ricercatori del Canadian Immunization Research Network e pubblicato sulla rivista Pediatrics. In esso si prevede che chi ha u effetto avverso da vaccino di una certa gravità il rischio che si ripresenti al richiamo  pressocchè nullo. Al contrario chi presenta effetti meno gravi alla prima vaccinazione, come la lieve febbre, corre il rischio di avere effetti più pesanti alla seconda vaccinazione. Senza dubbio una parziale risposta alla platea di genitori “no vax” o semplicemente dubbiosi sull’opportunità e sulle conseguenze del massiccio obbligo vaccinale introdotto dalla legge.