L’attuale ripresa appare più forte, maggiormente diffusa e più sostenibile. Ma secondo gli analisti di Degroof Petercam Asset Management “la differenza significativa tra gli indicatori soft di fiducia e i dati reali dell’attività economica rende ancora incerto lo scenario”.
Sul fronte delle obbligazioni governative, per esempio, “rimane l’incognita Euro, mentre lo scenario del credito cinese condiziona l’azionario dei paesi emergenti“. Lo si legge nell’ultimo report mensile di asset allocation del gestore, i cui contenuti salienti sono qui di seguito riportati.
Lo scenario macro
I principali indicatori di fiducia economica continuano a sostenere la tesi di una solida e dinamica crescita ciclica in tutti i settori e regioni. Inoltre, il commercio globale sta mostrando i primi segnali di miglioramento. Dopo le ripetute false partenze in anni recenti, l’attuale ripresa appare più forte, maggiormente diffusa e più sostenibile. Ciò detto, la differenza significativa tra gli indicatori soft di fiducia e i dati reali dell’attività economica rende tutto questo alquanto discutibile.
Gli effetti di base legati ai prezzi delle materie prime stanno svanendo. Ciò significa che l’inflazione primaria si sta nuovamente ridimensionando. Ci attendiamo che l’inflazione sottostante guadagni forza sulla scia di una conferma della ripresa congiunturale, anche se per il momento rimane modesta e inferiore rispetto agli obiettivi nella maggior parte dei mercati sviluppati.
Ciò implica che le politiche monetarie rimarranno per ora espansive, anche se la Fed è in fase di graduale stretta delle condizioni monetarie. Le prospettive economiche strutturali sono ancora offuscate dalle spinte demografiche avverse, da una crescita più lenta della produttività , dal peso della situazione debitoria, dalle tensioni geopolitiche e dal difficile processo di riequilibrio economico in Cina.
Asset class su cui puntare (leggero sovrappeso)
– Obbligazioni Governative dei Paesi Emergenti in valuta locale: i fondamentali rimangono di supporto. Ad ogni modo notiamo un certo sovraffollamento in alcuni mercati come per esempio India, Indonesia e Russia. Tuttavia, i fattori a più lungo termine sono ancora in territorio positivo, tra cui le previsioni di dati economici reali, valutazioni interessanti e flussi positivi nei segmenti del debito sui paesi emergenti. La forza dell’euro è stata dannosa per gli investitori dell’area Euro, ma riteniamo che questo sia anche un segnale positivo per le attività rischiose.
Le asset class da sottopesare
– Le obbligazioni governative: restiamo convinti che i tassi rimarranno bassi più a lungo anche perché diventerà più difficile ottenere nuove sorprese positive per gli indicatori di fiducia, considerati i già alti livelli attuali. Il rafforzamento dell’euro, a cui si è assistito negli ultimi tre mesi, può diventare un fattore contrario per la crescita e per l’inflazione europea. Le probabilità di una fine dell’euro stanno diminuendo, come emerge da sondaggi condotti tra gli investitori. Ciò supporta la periferia dell’area Euro e ci si aspetta inoltre un’ulteriore convergenza degli spread. Manteniamo la nostra posizione di sottopeso: in un’ottica di costruzione di portafoglio, non vogliamo raddoppiare il rischio nell’area Euro assumendoci sia il rischio derivante dai titoli azionari che quello derivante dalle obbligazioni governative.
– Azioni dei paesi emergenti: le azioni dei paesi emergenti hanno avuto una buona performance, grazie ad un’economia cinese che si è tenuta in piedi meglio del previsto, un dollaro più debole e un quadro economico globale favorevole (e quindi prezzi delle materie prime più alti). Le revisioni sugli utili per la regione sono state al rialzo. Le valutazioni dell’azionario emergente (12.6x gli utili stimati) sono più attraenti di quelle nei paesi sviluppati, ma il rischio Cina contribuisce parzialmente a questo. Siamo leggermente sottopeso sui mercati azionari emergenti dato che lo scenario del credito cinese assomiglia molto a quello degli Stati Uniti nel 2008.
Le asset class su cui rimanere neutrali
– Azioni dei paesi sviluppati: abbiamo abbassato la nostra posizione sull’asset class azionaria da leggermente sovrappeso a neutrale. I mercati hanno reagito alla positiva ripresa economica globale degli ultimi mesi e al terzo trimestre consecutivo di crescita chiaramente positiva degli utili. Da questo punto in poi sarà più difficile che si verifichino sorprese positive. Inoltre, le valutazioni non sono più economiche, specialmente negli Stati Uniti. L’amministrazione Trump è riuscita a fornire soltanto incertezze. Le aspettative per la Trumponomics sono state ridotte considerevolmente. Finora, il mercato ha ignorato questo elemento.