La Corea del Nord ha respinto la risoluzione delle Nazioni Unite con cui sono state imposte contro il regime isolato di Pyongyang sanzioni più coercitive di quelle precedentemente in vigore. La Corea del Nord ha inoltre avvertito che con le sue “prossime misure” presto gli Stati Uniti dovranno fare i conti con “il più grande dolore che abbiano mai provato“.
Sui mercati la reazione non si è fatta attendere con il cross dollaro yen e il rendimento dei Treasuries Usa che hanno iniziato a perdere terreno, sebbene senza un grande peggioramento.
Quello emanato dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu nei confronti della Corea del Nord è in realtà un pacchetto di sanzioni più morbido del previsto. Ieri in serata è stata approvata con il voto unanime una risoluzione volta a bloccare le minacce di Kim Jong-Un e a fermare la sua marcia verso la costruzione di un arsenale nucleare.
Le misure prevedono il bando delle esportazioni di prodotti tessili dalla Corea del Nord, che partirà fra tre mesi, e un limite agli scambi di prodotti raffinati per un anno a partire da gennaio 2018. Solo 8,5 milioni di barili di petrolio potranno essere importati in un anno. Con le nuove sanzioni circa il 90% delle esportazioni di prodotti della Corea del Nord è vietato.
Nel testo originario della risoluzione si afferma che:
“Gli Stati membri devono vietare la fornitura diretta o indiretta, la vendita o il trasferimento alla Corea del Nord di gas naturale e di prodotti petroliferi raffinati e la Corea non può procurarsi questi prodotti”.
L’eccezione che si è aggiunta prevede un divieto non totale ma sottoposto a un limite: la fornitura è consentita fino a due milioni di barili all’anno a partire da gennaio 2018 e fino a 500 mila barili per tre mesi a partire dal primo ottobre.
Queste risorse dovranno essere impiegate in modo esclusivo per il sostentamento della popolazione e non dovranno generare profitti da investire nei programmi nucleari o balistici. Tutti i Paesi membri dell’Onu devono inoltre proibire ai loro cittadini ed entità di agevolare o effettuare trasferimenti da una nave all’altra di qualsiasi merce fornita, venduta o trasferita da o per la Corea del Nord.
Gli Stati Uniti premevano per misure più severe ma si sono scontrati con l’opposizione di Russia e Cina. Secondo il presidente russo Vladimir Putin ulteriori sanzioni sarebbero state controproducenti e forse destabilizzanti. Per questo le richieste dell’amministrazione di Donald Trump sono state ridotte nel corso dei negoziati. La scorsa settimana la Corea ha dimostrato in un sito sotterraneo di poter costruire una bomba a idrogeno, più potente degli ordigni atomici tradizionali.
Dalla bozza preparata dagli Stati Uniti è stato escluso anche il riferimento all’uso della forza e non è compreso l’inserimento del leader Kim Jong-Un nella lista nera con divieto di viaggio e blocco degli asset finanziari. E’ stato però esteso l’elenco di soggetti del regime sottoposti a misure restrittive. Agli Stati Onu è anche vietato concedere visti lavorativi a cittadini nordcoreani a meno di esenzioni approvate caso per caso.