Economia

“Bolle ovunque salvo nell’immobiliare”

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L’economia globale sta gradualmente prendendo forza. Fatta eccezione per un paio di casi come il Regno Unito e, anche se in parte minore, il Giappone, sia il mondo in via di Sviluppo che quello industrializzato stanno registrando tassi di crescita convincenti sopra la media.

In alcuni casi, sottolinea Fathom Consulting, il ritmo di espansione delle attività risulta di molto sopra la media. Negli Stati Uniti e in Eurozona il periodo positivo dovrebbe durare ancora un anno o due, secondo le previsioni del gruppo indipendente di consulenza e ricerca economica. Il problema riguarda piuttosto i mercati e la fine del programma di Quantitative Easing. Le bolle di asset che si sono formate dopo anni di droghe monetarie.

Come ha avvertito anche il Ceo di JP Morgan Jamie Dimon – e non solo lui – la fine dei programmi straordinari di acquisti di Bond rischia di provocare scossoni sui mercati finanziari, dopati dalla continua iniezione di fiumi di denaro nel sistema e di finanziamenti a basso costo.

Anche Jeffrey Gundlach, amministratore delegato del fondo hedge DoubleLine Capital, soprannominato il “Re dei Bond, ha avvertito che visto il rapporto stretto che intercorre tra QE e gli asset più rischiosi di azionario e obbligazionario. “Sfortunatamente”, ha detto Gundlach in un webcast, con la fine del QE “gli investitori in azionario e attivi rischiosi assisteranno al primo grande cambiamento delle dinamiche di prezzo degli ultimi anni“.

La normalizzazione dei tassi di interesse e il processo di tapering non può più essere rimandato: a parte l’inflazione ancora più fredda di quando desidererebbero le autorità della banca centrale, tutti gli altri indicatori economici dicono che la Bce dovrà ridurre la portata del QE.

Azionario americano (Nasdaq e S&P 500), bond governativi e il valore invertito dell’indice della volatilità Vix: hanno tutti raggiunto livelli di ipercomprato e si trovano in uno stadio di bolla. L’unica eccezione è rappresentata dal mercato immobiliare.