Tra 10 giorni il partito dei Cristiano Democratici porterà a casa una vittoria pressoché scontata. La Cancelliera tedesca al potere, in cerca del suo quarto mandato consecutivo, dovrebbe infatti commettere un errore politico colossale per non vincere. La figura di Angela Merkel continua a rassicurare quella parte dell’elettorato che teme le rivendicazioni dei paesi meno virtuosi dell’area euro e le minacce della Russia e Londra in ambito diplomatico e commerciale.
Dev’essere anche per questa posizione di forza che la regina incontrastata di Germania e dell’Europa si rifiuta di partecipare a nuovi dibattiti televisivi. Lo sfidante del gruppo dei Socialisti Martin Schulz sta cercando di costituire una valida alternativa alla leader della CDU, ma per ogni critica che fa su posizioni delicate come immigrazione, pensioni e Turchia, Merkel asseconda, forte del suo ampio margine di distacco nei sondaggi.
Il 24 settembre alle elezioni Federali Merkel dovrebbe essere quindi rieletta senza problemi, ma la vera domanda da porsi è con chi governerà. La scelta più ovvia sembrerebbe quella di associarsi ancora una volta al centro sinistra nel quadro di una Grosse Koalition. Il problema è che i Socialisti Democratici si sono stancati di fare da stampella al centro destra, sacrificando i loro principi più di “sinistra”. L’alleanza con il “nemico” storico si è tradotta in un calo di popolarità rispetto ai tempi di Gerhard Schroeder, che dal 1998 al 2005 ricoprì l’incarico di Cancelliere alla guida di una coalizione con i Verdi.
Dopo le ultime esperienze di governo i Socialisti vogliono distaccarsi e dissociarsi il più possibile dalla CDU. Il centro destra ha avuto tutto da guadagnare in questa alleanza e ora Merkel dovrà probabilmente trovarsi un altro partner. In chiave di coalizioni possibili tutte le strade e porte sono ancora aperte. I favoriti sembrerebbero essere i liberali nazionalisti del FDP, formazione guidata dal 2013 dal 38enne Christian Lindner, favorevole all’uscita della Grecia dall’Eurozona e a un avvicinamento con la Russia.
Una coalizione del genere non sarebbe una buona notizia per i paesi meno virtuosi d’Europa come l’Italia ma nemmeno per la Francia di Emmanuel Macron che ha come grande ambizione quella di rifondare l’Europa unita. Un’altra possibilità, seppure più remota, è che Merkel stringa un’alleanza a tre di stampo più filo europeista con anche i Verdi. Lo stesso partito di orientamento di sinistra non ha escluso questa ipotesi.
Il partito dei Verdi tedesco è il più forte movimento d’Europa in termini di rappresentanza e ha tratto vantaggio dalla posizione di opposizione alla Grande Coalizione tra cristiano democratici (CDU) e socialdemocratici (SPD). Alle ultime elezioni federali di quattro anni fa i Verdi hanno ottenuto l’8,4% dei consensi che sono valsi al partito 63 seggi, mentre nel voto europeo del 2014 hanno raggiunto il 10,7% e ottenuto di conseguenza 11 seggi al parlamento europeo.
In Germania il numero di consensi per il partito di Schulz SPD è sceso ai minimi dell’ultimo decennio. Secondo il sondaggio di Infratest pubblicato il 14 settembre, dieci giorni prima del voto quindi, il vantaggio di Merkel sul principale sfidante è netto: 37% contro 20%.