Economia

Evasione fiscale e anagrafe rapporti di conto: disastro senza precedenti

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Evasione fiscale e anagrafe rapporti di conto: un disastro annunciato

Quando facevo il finanziere deputato al controllo e contrasto all’evasione fiscale, verifica durante, in presenza di indici di scostamento significativo fra il reddito dichiarato ed il tenore di vita condotto,  chiedevamo alla Gerarchia ovvero all’Autorità giudiziaria l’autorizzazione all’accesso alle informazioni bancarie.

In qualche caso, laddove eravamo troppo impegnati per l’attività di verifica e indagini delegate dalla magistratura, in relazione al personale a disposizione, analoga richiesta veniva formulata per allungare significativamente i tempi concessi all’attività ispettiva (gg.30 più 30 per eventuali richiesta di proroga ex comma 5, art.12 legge 212/2000 “Statuto dei diritti del contribuente).

I tempi necessari agli accertamenti bancari erano considerati a parte e, per l’attesa delle risposte dagli Istituti di credito, l’attività di verifica veniva sospesa per cui l’ispezione, alla fine della giostra,  poteva durare anche anni.

Quando poi trattavasi di un contribuente, titolare di diverse cointeressenze commerciali – tutte registrate alla Camera di commercio – e quindi titolare di numerosi rapporti di conto corrente, depositi – nominativi e/o al portatore – unitamente a quelli riconducibili al coniuge e/o ai figli conviventi, la situazione diventava drammatica, soprattutto per la difficoltà di esaminare manualmente, alcune decine di rapporti con migliaia di transazioni in entrata ed uscita dai rapporti medesimi, distinti in conti aziendali e personali.

A questo, che già era un problema, si aggiungeva l’ulteriore difficoltà logistica per la conservazione di decine di faldoni di stampe acquisite presso i diversi istituti di credito sul territorio che avevano confermato l’esistenza dei rapporti in essere nel corso dell’attività ispettiva.

Anagrafe dei rapporti di conto

Nel marzo del 2013, definii l’Anagrafe finanziaria dei rapporti come l’espressione di una “burocrazia impazzita”.

All’epoca si disse, con un provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 25 marzo 2013, che tutti gli Intermediari finanziari avrebbero dovuto fare una sorta di “comunicazione integrativa” dei rapporti finanziari contenente una serie ulteriore di dati ed informazioni, di particolare utilità, si diceva, anche per il contrasto al riciclaggio da evasione fiscale (ex.lett.g, art.10 e 1° comma art.41 D.lgs 231/07).

Da subito, espressi fortissime riserve sulla utilità di tale provvedimento che andava soltanto ad appesantire un sistema già di per sé farraginoso rivolgendosi a Istituti di credito, Poste italiane Spa e Istituti finanziari fra i quali le società di gestione e investimento collettivo del risparmio (Sgr e Sicav).

Le informazioni, particolarmente numerose, dovevano essere trasmesse entro il 31 ottobre 2013 per l’anno 2011 e marzo 2014 per l’anno 2012. Per gli anni successivi si disse, entro il 20 di aprile dell’anno successivo a quello di riferimento.

Anagrafe dei conti correnti: i contenuti

Le citate comunicazioni periodiche, avrebbero dovuto contenere, oltre ai rapporti occasionali (c.d. extra conto, cioè fuori dai rapporti continuativi intrattenuti con il cliente), l’accensione di conti correnti, rapporto titoli (azioni e/o obbligazioni), libretti di deposito, acquisto certificati di deposito, cassette di sicurezza, carte di credito e debito, finanziamenti, affidamenti, contratti derivati, garanzie prestate o ricevute etc.).

Per ognuno dei citati rapporti, bisognava trasmettere i dati identificativi completi di
codice fiscale dei rispettivi titolari – persona fisica e/o giuridica, con la indicazione del rappresentante legale , con i dati relativi al saldo iniziale e finale di ogni anno, ovvero all’ammontare delle movimentazioni registrate da ognuno – con colonne distinte “DARE” e “AVERE” – per ogni singolo rapporto in essere o estinto.

Praticamente una mare infinito di dati e informazioni capaci di ingolfare qualunque organizzazione, ma soprattutto la nostra Anagrafe tributaria che, fino ad oggi, già non sembra aver dato prova di particolare efficienza.

Anagrafe tributaria: considerazioni di merito

Ora, nel mentre tutti lamentiamo l’eccesso di burocrazia nella Pubblica amministrazione, la mancata applicazione dello Statuto del contribuente, un fisco più agile ed efficiente, una Giustizia da Paese civile, cosa facciamo? Introduciamo una serie di obblighi che, unici al mondo, sarebbero serviti soltanto ad appesantire la macchina burocratica senza lontanamente raggiungere  i lusinghieri obiettivi programmati.

Mi si obiettava che questo poteva essere uno strumento validissimo per la lotta alla
evasione fiscale e alla criminalità organizzata.

È stata pura fantasia, teoria allo stato puro!

In proposito, ricordo quando al comando di Reparti della Guardia di finanza, eseguivamo verifiche fiscali a carattere generale nei confronti di aziende di grandi dimensioni, spesso titolari di numerosi rapporti di conto corrente, depositi, dossier titoli, affidamenti etc. laddove, esaminando gli estratti conto di una sola annualità, ci ritrovavamo tutti gli armadi metallici dell’ufficio zeppi di carte con difficoltà logistiche ed operative immani.

Non oso immaginare quali saranno le conseguenze organizzative e logistiche per la mole dei dati ed informazioni trasmesse periodicamente dall’intero sistema creditizio all’agenzia delle Entrate, sia pure in forma telematica, che in prima facie appare di tale entità, rendendo ingestibile l’intero meccanismo di ricerca e contrasto.

In definitiva, senza la necessità di acquisire questa mole infinita di informazioni e partendo dal principio che le “banche sanno tutto”, al contrario, ne basterebbe soltanto una: l’imposta versata all’Erario su tutto il risparmio amministrato nella veste di “sostituto d’imposta”.

Trattasi di un argomento che ho trattato più volte, arrivando a concludere  che a voler seguire questa strada, alla fine, il contrasto alla evasione fiscale altro non è che “L’uovo di Colombo!”

Anagrafe dei conti correnti: considerazioni finali

Oggi apprendo che la Corte dei Conti boccia l’Anagrafe finanziaria: “Gravi ritardi, colpa anche delle Entrate”

L’allarme dei magistrati contabili: “La banca dati è costata 10 milioni, non utilizzata abbastanza per il contrasto all’evasione”.

Una barzelletta anzi che dico, un disastro annunciato!