Gli investitori si preparano al bazooka fiscale del presidente Donald Trump. Dopo che l’interesse per il piano annunciato dall’inquilino della Casa Bianca è andato scemando negli ultimi mesi, di pari passo con le difficoltà politiche incontrate al Congresso dal partito Repubblicano al potere, a riaccendere gli animi è una nuova proposta di riforma di alleggerimento fiscale che dovrebbe vedere la luce il prossimo 25 settembre.
Una riforma che potrebbe da una parte ridurre l’aliquota sulle imposte sulle società – la misura incentiverebbe le multinazionali che realizzano grande parte dei loro guadagni all’estero, e che detengono poi il contante a livello internazionale, a riportarlo negli Stati Uniti – e dall’altra introdurre un’esenzione dall’imposta sul rientro dei capitali all’estero per grosse società. Gli analisti di Citigroup hanno stimato che le società americane detengono all’estero cifre enormi pari a 2,5 miliardi di dollari.
L’amministrazione Trump ha espresso volontà di negoziare su questo punto, un grande cambiamento di fiducia per gli investitori. Dopo aver gonfiato i prezzi delle azioni sperando che Trump e il legislatore repubblicano avrebbero spinto mediante tagli fiscali e spese per infrastrutture, la crescita economica degli Usa rimpinzando le casse delle imprese, alla fine sono rimasti delusi visto che tali promesse, ampiamente sbandierate non si sono materializzate finora.
L’influenza del presidente, in grado un tempo di creare o cancellare miliardi di dollari sui mercati con un singolo tweet, è calata. Ma ora l’attenzione degli investitori si è riaccesa, sedotti dalla possibilità di ulteriori guadagni, producendo così un clima di crescente ottimismo attorno all’idea di un taglio delle tasse. Gli analisti di JP Morgan vedono aree del mercato obbligazionario vulnerabili ai nuovi sviluppi politici.
In ogni caso si tratta solo degli inizi quindi non resta che attendere e vedere cosa deciderà in merito l’amministrazione Trump e come si comporteranno i mercati finanziari.