“L’accordo in Germania con Deutsche Bank non ha funzionato? Bene, andremo a vedere in ambito europeo o americano”: Bernard Walter è messo alle strette, accusato di lasciare l’istituto e la clientela senza una strategia per il futuro dopo la rottura con DB che ha portato alle sue dimissioni dalla presidenza di Dresdner Bank a poche settimane dall’annuncio della fusione.
Nel corso della conferenza stampa che si sta svolgendo proprio in questi minuti a Francoforte, Walter non vorrebbe dedicare all’argomento più di qualche battuta, e preferirebbe dedicarsi all’esposizione dei dati positivi di bilancio per il ’98 e dell’andamento nel primo bimestre di quest’anno.
Ma non gli è concesso: è incalzato dalle domande e alla fine tratteggia la situazione che si era venuta a creare con Deutsche.
“Con Deutsche Bank è stato un braccio di ferro”, ammette Walter, “noi non eravamo preparati a fare compromessi”. Il riferimento è alla vendita dell’unità inglese attiva nell’investment banking, proprio quella che ha permesso finora di fare utili (utile netto nel ’99 pari a un miliardo e 5 milioni di euro, contro i 930 milioni del ’98; un euro vale 1936,27 lire).
In Borsa il titolo Dresdner perde l’1,41%; Deutsche Bank cede lo 0,25%. In crescita invece Allianz, +0,73% che aveva perso quota all’annuncio della fusione qualche settimana fa. Allianz ha un ruolo importante, avendo quote in entrambe le banche.
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