È di questi giorni la notizia che l’Olanda, senza governo dal 15 marzo, prevede una crescita del Pil per quest’anno del 3,3% e del 2,5% nel 2018, quando il surplus raggiungerà lo 0,8% del Pil, il debito pubblico scenderà al 54,4% e la disoccupazione al 4,3%.
Non è l’unico caso. Il Belgio a partire dal 2010 visse una crisi politica di 541 giorni consecutivi. Ciononostante mise a segno un rialzo del Pil del +2% proprio quell’anno e replicò con analoga crescita l’anno successivo.
Senza avere prestazioni macro di questa caratura anche in Italia nel dopo crisi 2008, dove i Governi c’erano ma hanno tardato a prendere “provvedimenti”, vi sono stati drappelli di aziende che hanno messo a segno risultati egregi, come se vivessero in un altro mondo.
Dunque vi è uno stretto legame tra politica ed economia? Se mancano i Governi, l’economia è senza governo?
Evidentemente no. L’economia è un sistema sociale alla pari di quello politico e nella società moderna non vi è una gerarchia tra loro e gli altri (sistema giuridico, scolastico, sanitario, ecc.). Essi si sviluppano da soli ma in accoppiamento strutturale con l’ambiente (gli altri sistemi sociali) e tale accoppiamento ne condiziona certamente lo sviluppo ma in maniera imprevedibile.
Dunque un Governo certamente può fare qualcosa ma i risultati di tali azioni sono imprevedibili, al punto che anche in sua assenza, come la recente esperienza olandese dimostra, l’economia si sviluppa bene.
Una lezione per l’invasività cieca, e spesso maldestra, della politica. Ma anche una lezione per le imprese che pensano che la causa di tutti i loro mali dipenda dalle leggi che mancano o che sono abbondanti (oltre che dalle banche cattive, la Cina, ecc.) invece di guardarsi al loro interno e accorgersi che, molto più semplicemente, sono invecchiate e stanno morendo.