Giappone verso elezioni anticipate, ma politica non inciderà su crescita
Come preannunciato, il Primo Ministro del Giappone, Shinzo Abe, ha sciolto il Parlamento per andare alle elezioni il prossimo 22 ottobre. Abe cerca di approfittare del miglioramento nei sondaggi in seguito alla sua forte presa di posizione assunta sui media internazionali dopo i test missilistici da parte della Corea del Nord.
In precedenza, la popolarità del Primo Ministro aveva risentito di una serie di scandali e di cattiva stampa. Questa è l’opportunità per un nuovo inizio e per un rafforzamento del proprio mandato da parte degli elettori. La politica economica probabilmente resterà molto espansiva e la crescita continuerà a superare le previsioni.
La campagna elettorale del partito liberal democratico (LDP) si focalizzerà probabilmente su tre temi:
- accelerare l’allontanamento da una costituzione pacifista
- arrestare la crescita del nuovo partito di opposizione fondato dal governatore di Tokyo, Yuriko Koike e
- aumentare il voto fra i giovani offrendo assistenza governativa nel campo dell’istruzione.
In questo ultimo ambito, Abe ha annunciato che procederà ad aumentare le tasse complessive sui salari dall’8 al 10% per destinare 18 miliardi di dollari a misure di stampo populista per supportare l’istruzione dei giovani.
La campagna elettorale del Primo Ministro comincia da una posizione di forza, con il suo partito e i suoi alleati di coalizione che controllano due terzi del parlamento. Il rischio è che l’intenzione di Koike di formare un nuovo partito d’opposizione possa portare a una riduzione del mandato di Abe proprio in un momento in cui importanti riforme (la legislazione sul lavoro e sulle licenze dei casinò) stanno per cominciare il loro iter attraverso il Parlamento giapponese. Nonostante la bassa probabilità che ciò avvenga, pensiamo che sia comunque un esito possibile e che quindi va preso seriamente in considerazione.
Per il Giappone nel suo complesso, vanno tenute in considerazione due importanti implicazioni. La prima è che se Abe dovesse davvero uscirne con un mandato rafforzato, ciò sarebbe positivo per le società del settore della difesa e quello dell’istruzione, che beneficerebbero di un aumento della spesa. In secondo luogo, queste misure hanno poco, se non nulla, da offrire per un miglioramento del potenziale di crescita di lungo termine del Giappone o per aiutare il paese a raggiungere il 2% di inflazione.
Per come stanno le cose, l’economia giapponese sta crescendo a tassi che stanno battendo le stime del consensus; noi di UBP ci aspettiamo che questo continui. L’assenza di inflazione sta a significare che le politiche non cambieranno nel breve periodo per allineare il paese con le politiche di bilancio della Federal Reserve e probabilmente della Banca Centrale Europea. Per questo motivo siamo overweight sull’azionario giapponese nei portafogli dei nostri clienti.