Russiagate: Twitter chiude oltre 200 profili sospetti
Torna sotto i riflettori della stampa americana il caso Russiagate. Dopo Facebook, anche Twitter ha confermato di aver chiuso centinaia di profili collegati agli stessi gruppi vicini al presidente russo, Vladimir Putin, che hanno pubblicato su Facebook pubblicità politiche pro Trump, cercando di pilotare le elezioni presidenziali del 2016.
La conferma è arrivata in un post sul blog di Twitter che ha reso pubblici alcuni dettagli sui troll del Cremlino. Il gruppo di San Francisco, California, lo ha confermato giovedì davanti al Congresso americano, che sta indagando sulle possibili interferenze del Cremlino nelle elezioni dell’anno scorso.
Oltre ai 201 account bloccati ci sarebbero tre profili legati al sito di news governativo Russia Today, che hanno speso 274.100 dollari in pubblicità sulla piattaforma nel settembre del 2016
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.