Bankitalia: la quiete prima della tempesta
Dopo la paventata nebbia che si intravede nei lavori della neonata Commissione Parlamentare d’inchiesta sui disastri bancari, tanto per i tempi rabberciati che per la nomina a presidente di un vecchio parlamentare in servizio permanente effettivo da quando io portavo i calzoni corti, peraltro molto avversata dall’opposizione in Parlamento, oggi, nella china intrapresa, c’è dell’altro.
Leggo da qualche giornale che l’orientamento del Partito democratico – quello di maggioranza relativa in Parlamento – abbia espresso parere favorevole alla conferma dell’attuale dirigenza a Governatore di Bankitalia.
Se così è, sarebbe come se finora non fosse successo niente: alla potenziale nebbia aggiungiamo una bella coperta, molto spessa.
A leggere questi episodi da esterno, come indigeno di questo disgraziato e bellissimo Paese, sembra che non cambi mai niente: come tutti e come sempre, può succedere di tutto ma non cambierà mai niente.
Se tutto ciò corrisponde a verità, penso che la gravità dei fatti accaduti con il fallimento di tante banche, tanti bilanci falsi che nessuno ha letto per tempo come avrebbe dovuto, nessuno ha posto taluni obblighi di consolidamento patrimoniale in rapporto alla massa dei crediti e risparmio raccolto dalle banche fra la linea retail – comuni risparmiatori – avrebbe dovuto imporre a qualcuno un passo indietro o, in alternativa un decoroso intervento della Politica, quella con la “P” maiuscola.
E tutto questo al netto di possibili responsabilità che solo gli organi competenti potranno accertare.
Se questo non succede, per la prima volta da qualche anno a questa parte, mi sento amareggiato e deluso.
Spero che questa amarezza e delusione non investa tanti altri e che alla fine, nella valutazione del bilancio complessivo la “bottiglia rimanga mezza piena”.
Intanto, godiamoci questa quiete, per la tempesta c’è sempre tempo!