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Investire nei PIR: Amundi propone un ETF per esporsi al potenziale delle Pmi

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I Piani Individuali di Risparmio (PIR), introdotti dalla legge di Stabilità 2017, stanno agendo da stimolo agli investimenti sulle imprese italiane e, in particolare verso le piccole e medie aziende. La normativa PIR prevede infatti che una buona fetta dell’investimento (21% del totale) sia riservata a titoli italiani non facenti parte del Ftse Mib canalizzando quindi la liquidità verso le Pmi quotate sul listino milanese.

Gli investitori, che possono beneficiare dell’esenzione dalla tassazione sui redditi finanziari generati dagli investimenti effettuati nei PIR (se mantenuti per almeno 5 anni), sono incentivati a riequilibrare i portafogli verso l’investimento azionario e le Pmi. Tra i prodotti compatibili con la normativa PIR ci sono anche alcuni ETF che espongono in maniera diversificata all’azionario Italia.

A inizio mese ha fatto il suo debutto su Borsa Italiana l’Amundi ETF Ftse Italia PIR Ucits ETF DR, il primo in assoluto a replicare l’indice FTSE Italia PIR Benchmark, che annovera al suo interno i titoli del FTSE Italia PIR PMI, composto dalle 80 azioni quotate più liquide di società di piccola e media capitalizzazione, ed una selezione dei titoli dell’Indice FTSE MIB, nel rispetto dei requisiti della normativa PIR. Per rispettare tali requisiti, il peso aggregato dei componenti del FTSE MIB Index non supera il 60%.

“Questo ETF integra la gamma Amundi di ETF esposti all’azionario italiano e costituisce uno strumento utile per investire nel rilancio dell’economia italiana, beneficiando dei vantaggi fiscali previsti dalla normativa PIR attraverso uno strumento liquido e diversificato”, sottolinea Vincenzo Sagone, Responsabile della Business Unit ETF, Indexing & Smart Beta di Amundi SGR.

L’emittente francese, tra i principali provider di ETF in Europa con oltre 33 miliardi di euro di asset in gestione (dati al 30/8/2017), vanta già una lunga esperienza nella gestione di strumenti analoghi ai PIR, ossia i Plans d’Epargne en Actions (PEA) in Francia.



Sagone: il nostro ETF risponde alla domanda di strumenti liquidi

Rispetto a prodotti simili presenti sul mercato, questo strumento prevede un’esposizione bilanciata sull’azionario Italia tra Pmi e titoli di società a larga capitalizzazione facenti parti del Ftse Mib.

“È un valido strumento per integrare un’esposizione all’azionario Italia – argomenta Sagone – costituita ad esempio attraverso ETF esposti agli indici ad ampia esposizione come il FTSE MIB o l’MSCI Italia, con una selezione più mirata alle PMI” e può costituire un valido complemento nelle scelte di allocazione “rispondendo alla domanda crescente da parte degli investitori di strumenti liquidi ed a costo contenuto che consentano di esporsi al potenziale delle piccole e medie aziende italiane”.

L’Amundi ETF Ftse Italia PIR Ucits ETF DR presenta un’elevata liquidità alla luce della presenza al suo interno gran parte dei maggiori titoli quotati in Italia e facenti parte dell’indice FTSE MIB, ossia i titoli italiani a maggior flottante e più liquidi. A questa si aggiunge la replica fisica del sottostante e costi totali contenuti (spese correnti dello 0,35%).

I possibili utilizzi

Gli ETF PIR-compliant sono idonei a differenti categorie di investitori. Gli investitori professionali possono infatti sfruttare tale strumento per creare una linea PIR composta da una combinazione di ETF e fondi PIR. Permette, inoltre, l’implementazione veloce di un’idea d’investimento avvalendosi della defiscalizzazione. Osserviamo già che i prodotti PIR stanno evolvendosi, così come successo in Francia e Gran Bretagna, anche all’interno di gestioni patrimoniali o soluzioni assicurative collegate a fondi di investimento. In tal senso sono già in fase di sviluppo delle Unit Linked PIR che possono prevedere l’utilizzo dell’ETF come principale strumento per investire sui PIR. “L’ETF si presta anche ad un utilizzo molto flessibile da parte dei consulenti finanziari indipendenti – segnala Sagone – che possono valutarne l’opportunità per i propri clienti in fase di composizione di un conto PIR. Amundi ETF in tal senso fornisce supporto ai consulenti finanziari svolgendo attività di education anche sul tema dei PIR”.

Sguardo alle performance

Guardando l’andamento degli ultimi tre anni, il FTSE Italia PIR Benchmark evidenzia una costante sovraperformance rispetto al Ftse Mib, accentuatasi nel corso del 2017 grazie al traino arrivato dell’entrata in vigore della normativa PIR che ha acceso ulteriormente l’interesse degli investitori verso le PMi quotate a Piazza Affari.

Negli ultimi tre anni il FTSE Italia PIR Benchmark evidenzia una costante sovraperformance rispetto al Ftse Mib
Negli ultimi tre anni il FTSE Italia PIR Benchmark evidenzia una costante sovraperformance rispetto al Ftse Mib

PIR e agevolazione fiscale

Il piano individuale di risparmio (PIR) è un “contenitore fiscale” (OICR, gestione patrimoniale, contratto di assicurazione, deposito titoli) in cui il risparmiatore può collocare azioni, obbligazioni, quote di OICR, contratti derivati o liquidità. I PIR devono rispondere a requisiti precisi. In primo luogo è richiesto che si investa almeno il 70% in strumenti finanziari emessi da società italiane o europee che hanno una stabile organizzazione in Italia. Di questo 70%, almeno il 30% deve essere investito in strumenti finanziari emessi da società che non fanno parte dell’indice FTSE MIB, ovvero nelle Piccole e Medie Imprese simbolo di innovazione e dell’eccellenza del Made in Italy.

Per avvalersi delle agevolazioni previste dalla normativa PIR (esenzione fiscale sui capital gain) l’investitore deve mantenere aperto un conto PIR per almeno 5 anni. 

L’agevolazione fiscale consiste nell’esenzione da tassazione dei redditi, qualificabili come redditi di capitale o come redditi diversi di natura finanziaria derivanti dagli investimenti effettuati nel PIR. Sono esclusi dall’agevolazione i redditi derivanti dal possesso di partecipazioni qualificate e, più in generale, quelli che concorrono a formare il reddito complessivo dell’investitore. Possono usufruire dell’agevolazione solo le persone fisiche (ciascuna persona fisica può essere titolare di un solo piano di risparmio).