Economia

Azionario: prove di crollo?

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Azionario con PIIGS di nuovo di scena?

Quasi nove anni ci separano dall’ultima grande caduta dell’azionario e poco più di un anno e mezzo dalla breve caduta di inizio 2016.

Lo scenario che ritorna alla mente è molto più simile a quello del 2016 che non a quello di nove anni fa, ma spaventa ugualmente!

Da settimane, seppur in sordina, il mercato azionario spagnolo vive una crisi di rendimenti, è l’unico mercato europeo che subisce costanti ribassi (in realtà anche quello greco, ma lì la situazione è diversa) nonostante il clima di ripresa.

Confrontando i risultati di azionario italiano e spagnolo ad 1 mese ed a 3 mesi dell’IBEX con un suo lontano parente, ovvero il FTSE MIB, si evince che sul mese il FTSE MIB è ampiamente positivo (+3,31%). L’IBEX invece (-2,11%) a stento mantiene la parità (solo oggi il crollo -2,85% ha sfondato la parità), su 3 mesi lo scenario è ben peggiore con FTSE MIB (+7,24%) in netta ripresa, IBEX (-5,31%) in profondo rosso.

Eppure il PIL spagnolo è chiaramente in ripresa perchè questo atteggiamento sull’azionario?

Diverso l’atteggiamento dello spread che vede anch’esso un aumento da oltre un mese, ma viaggia piuttosto correlato con quello italiano, quel che inquieta è che non solo lo spread rispetto al bund tedesco sale, ma salgono anche i rendimenti in assoluto, quindi il movimento è strutturale per l’Europa.

Il referendum di domenica e la possibile dichiarazione di indipendenza dei catalani pesano direttamente sull’azionario!

Il PIL spagnolo è per un terzo circa retto dal mercato catalano, è inevitabile che una crisi del genere sia pericolosa per la ripresa spagnola.

Indubbiamente la BCE gioca il suo ruolo, fa specie leggere le attenzioni dei giorni scorsi della BCE per assicurarsi dello stato di salute delle banche iberiche e poi sferrare il colpo NPL 2018 in questi giorni.

Infatti, la BCE ora per i nuovi NPL, dal 2018 vorrebbe prevedere meccanismi di valorizzazione in bilancio automatici che oggi vengono stimati, domani verrebbero quasi azzerati. E’chiaro che questa valorizzazione andrebbe ad influire direttamente sui bilanci in negativo perchè tutte le banche hanno NPL. Questo implica meno prestiti alle imprese, indi maggiori difficoltà per l’economia.

Le banche italiane che hanno risentito più di tutte della crisi del 2016, oggi hanno evidenziato la criticità (unitamente allo spread dei BTP) con ripercussioni  sul FTSEMIB sbilanciato sui bancari con un -1,44% che stona con la ripresa recente.

Questa debolezza non è stata diffusa su tutto il mercato azionario. Infatti gli altri indici hanno viaggiato con indecisione, ma il crollo ha interessato solo Spagna ed Italia e questo fa ben sperare che sia momentaneo. Certo è che c’è molto ipercomprato, quindi potrebbe essere un ‘occasione per stornare e riprendere quota con il rally di fine anno, ma è necessario che ci sia una stabilizzazione in Spagna e capire quanto incidano le nuove possibili regole sugli NPL.

Discorso a se fa il Portogallo che dopo i ritocchi sul rating ha ripreso a viaggiare spedito con i rendimenti dei decennale che hanno solo uno 0,20% in più rispetto ai titoli italiani e mercato azionario non particolarmente debole.

Venerdì è atteso il giudizio di Moody’s per il rating italiano, le chance per un improvement ci sono, ma ci sono anche molte perplessità legate a banche e PIL in crescita ma debole, quindi difficilmente ci sarà l’upgrade. Vedremo, certo è che un upgrade darebbe davvero slancio al rendimento dei BTP che probabilmente riprenderebbero ad avere prezzi più elevati con ovvie ripercussioni sul debito italiano.

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