BRUXELLES (WSI) – Tra i temi in discussione all’Ecofin, i ministri fedeli al rigore chiederanno di calcare la mano sui conti pubblici. Nel mirino c’è l’Italia che ad inizio estate aveva chiesto a Bruxelles nuova flessibilità in deroga ai parametri fissati dal Patto di Stabilità, il tutto per non ostacolare la crescita.
Ora i falchi mettono al banco degli imputati la Commissione europea e l’eccesso di autonomia decisionale che si è presa in riferimento al caso italiano. Come scrive La Stampa, un funzionario nordeuropeo ha affermato:
“La Commissione ha deciso di far saltare tutti i parametri del Patto prendendosi l’autonomia di deciderli di volta in volta, caso per caso. Aggiunge una fonte diplomatica belga: «Sappiamo bene che questa decisione serve per dare più flessibilità all’Italia. Ma non possiamo accettare disparità di trattamento, le regole devono essere uguali per tutti”.
Tenta di placare gli animi il commissario agli affari economici Pierre Moscovici il quale assicura che la Commissione userà criteri oggettivi e la flessibilità non verrà concessa in modo arbitrario ai governi.
Non devo difendere la Commissione dagli attacchi ma discuterò con i ministri su come intendiamo applicare nel modo migliore le regole attuali.
Il ministro Pier Carlo Padoan puntualizza che la dialettica c’è da anni, non ci sono novità.
Il concetto di flessibilità sui conti portato avanti dalla Commissione è generale e si applica a tutti. Nessuna interpretazione ad personam.
A fianco dell’Italia si schiera la Francia con il ministro dell’economia Bruno Le Maire che difenderà la Commissione. Il motivo è semplice: il prossimo anno anche Parigi si troverà nella nostra stessa situazione. Ma lo stesso le Maire in realtà è mosso anche da altri interessi. Mira infatti a prendere il posto di Dijsselbloem alla guida dell’Eurogruppo, spingendo per una maggiore integrazione della zona Euro il che significa un bilancio, un superministro e un parlamento ad hoc.