Lo Ior, la banca del Vaticano, ha avrebbe inviato “davanti alle autorità giudiziarie competenti di Malta un’azione civile nei confronti di più soggetti terzi, ritenuti responsabili di averlo danneggiato significativamente nell’ambito di alcune attività di investimento cui l’Istituto ha partecipato”. È quanto testualmente si legge in un’informativa dello stesso Ior comunicata dalla Santa Sede.
L’investimento iniziale in questione era ammontato a 17 milioni e risale “all’inizio del 2013”; a quanto denuncia la Santa Sede, non ha fruttato quanto si sperava: “I danni subiti dovranno essere quantificati dalla corte di Malta”, anche se Il Corriere della Sera parla di un buco milionario.
A rendersi responsabile dell’operazione maltese è stato lo Ior nella fase di transizione successiva all’addio del presidente Gotti Tedeschi (estromesso nel 2012) e precedente all’arrivo del suo successore, von Freiberg (che assunse la guida ne luglio 2013). In quel tempo, il direttore generale era, invece, Paolo Cipriani.
“L’ impegno dello Ior”, scrive la nota, è “a favore della trasparenza”, a “denunciare possibili irregolarità commesse ai suoi danni” e “adottare, come in questo caso, ogni utile misura necessaria a tutelare i propri interessi economici e reputazionali, anche al di fuori della Città del Vaticano”.
Non è la prima volta che investimenti dello Ior “gestiti da terzi” producono perdite milionarie: il bilancio 2013 di risultato netto di negoziazione era in rossa di 16,5 milioni. Fra le operazioni andate male, ricorda Il Corriere, ci sono quelle del “Fondo K” o il fondo “Ad Maiora”.
La spinta del nuovo papato si è mossa per trasformare lo Ior, con la nomina del nuovo dg Gian Franco Mammi, da banca d’investimento in ente che operi con maggiore prudenza.