Il trimestre della più importante banca degli Stati Uniti si è chiuso con un utile per azione superiore alle attese. I profitti EPS di JP Morgan si sono attestati infatti a 1,76 dollari nel periodo conclusosi a settembre, un risultato migliore degli 1,65 dollari previsti dal mercato. Il fatturato è stato invece pari a 25,3 miliardi di dollari.
La prima banca degli Stati Uniti per numero di attivi in gestione ha dato il via giovedì 12 ottobre alla stagione delle trimestrali societarie. Fino a un anno fa era la prerogativa di Alcoa, ma dal 2017 il testimone è passato alla big di Wall Street guidata dall’amministratore delegato Jamie Dimon.
Il top manager si è detto ottimista sui consumi in America sottolineando che la crescita delle buste paga dovrebbe sostenere le spese delle famiglie, che contano per circa due terzi del Pil nazionale della prima economia al mondo.
“L’economia mondiale continua a fare bene e il consumatore Usa rimane in salute con una crescita dei salari robusta”, ha dichiarato Dimon nel commentare i risultati societari del suo gruppo. “Sfortunatamente, i disastri naturali negli Usa e all’estero hanno avuto un impatto su molti dei nostri clienti e per aiutarli abbiamo risposto con aiuti finanziari ingenti e con l’esperienza e la generosità dei nostri dipendenti”.
Il riferimento di Dimon è chiaramente agli uragani Harvey e Irma che hanno colpito Texas, Florida e altri Stati americani, provocando danni enormi e facendo più di un centinaio di morti nei soli Stati Uniti.
Anche Citigroup fa meglio delle stime, ma titoli non vengono premiati
Esaminando i conti fiscali più nel dettaglio, come era stato previsto dagli analisti, ha deluso la parte relativa ai ricavi provenienti dalle attività di trading, con la divisione del reddito fisso che ha subito un calo del 27% del fatturato rispetto al medesimo trimestre di un anno fa.
A pesare sono state la volatilità scarsa, ai minimi record, e gli spread creditizi più ristretti. Sempre su base annuale, i ricavi derivanti dalle attività di scambio nell’azionario sono scesi del 4%. Sui mercati i titoli della banca guidata da Dimon avanzavano dello 0,68% a 97,40 dollari nel preborsa ma in avvio hanno perso slancio e cedono lo 0,4% a 96,45 dollari alle 16 italiane.
Simile l’andamento anche dei titoli Citigroup, banca che ha reso noti i conti di bilancio più tardi in giornata ma sempre prima dell’avvio di Wall Street. Le azioni hanno gradualmente perso slancio e virato al ribasso (-0,6% a 74,48 dollari al momento) nonostante il risultato trimestrale migliore del previsto.
Il periodo luglio-settembre si è chiuso con ricavi in crescita del 2% (raggiunta quota $18,17 miliardi dai 17,76 miliardi di un anno prima, più dei 17,896 miliardi previsti). I risultati sono stati favoriti da un balzo della divisione investment banking e dai buoni risultati dei servizi bancari destinati ai privati. Dopo 10 minuti di contrattazioni alla Borsa Usa il titolo Citigroup scambiava in progresso dello 0,3% a quota 75,115 dollari, ma ora ripiega.
I profitti sono stati pari a $4,13 miliardi, in progresso dell’8% rispetto a un anno fa. Gli utili per azione si sono attestati a 1,42 dollari, dieci centesimi sopra le previsioni degli analisti. Come le altre big concorrenti di Wall Street, Citigroup sapeva che sarebbe andata incontro a un altro trimestre difficile per quanto riguarda il fatturato derivate da attività di trading, danneggiato dalla bassa volatilità. La divisione in questione ha accusato una riduzione del fatturato dell’11% rispetto al terzo trimestre 2016. Citigroup prevedeva un calo del 15%.
Domani, venerdì, altre due grandi banche Usa, Bank of America Merrill Lynch e Wells Fargo, sono chiamate all’appuntamento con il test delle trimestrali e del mercato. Se ci si basa su quanto visto quest’oggi con JP Morgan e Citigroup, servirà una sorpresa molto positiva per permettere ai titoli di avanzare in Borsa.