Tim Cook: “Ciò che rende tutti uguali è l’istruzione”
Alta la partecipazione al convegno organizzato dall’Osservatorio permanente giovani-editori di Firenze, grazie alla presenza di Tim Cook, amministratore di Apple, la multinazionale americana della Silicon Valley.
L’articolo che scrivo, oltre che per compiacermi per le interessanti riflessioni espresse da Cook, ha l’obiettivo di moltiplicare in termini più ampi un percorso di vita non solo imprenditoriale, che dovrebbe appartenere al senso comune.
La discussione è partita dalla brillante iniziativa presentata dal Presidente dell’Osservatorio del “Quotidiano in classe”. Per il numero uno di Cupertino il progetto dell’Osservatorio – rivolto alle scuole secondarie superiori e ha il suo punto di forza nella lettura critica in classe di tre quotidiani, almeno una volta a settimana – rappresenta il solo modo per “elevare l’istruzione di qualità come una urgenza mondiale, aggiungendo che ciò che rende tutti uguali è proprio l’istruzione”.
Rivolto agli studenti, dice: “Credete in voi, accadranno cose belle”.
Non mancano le domande degli studenti a cominciare dal diverso costo fra gli iPhone nel mondo: “Ci sono prezzi diversi, perché la tassazione è diversa”.
Sul tema della tassazione, argomento di attualità e molto dibattuto in questo periodo nella intera Europa, a cominciare dai 13 miliardi di euro richiesti dall’Irlanda per tasse non pagate.
“Noi siamo la multinazionale che paga le tasse più alte al mondo” dice Cook. La domanda da fare, “è se Apple paga le imposte a ogni Paese in modo equo: non quanto, insomma, ma a chi. E oggi la legge dice che una multinazionali con affari in tutto il mondo paga dove il valore viene creato: per noi il valore nasce da ricerca e sviluppo, dunque in California, e per questo è lì che paghiamo la maggior parte delle tasse”.
Tim Cook, come dargli torto
Ha anche manifestato il suo punto di vista a proposito degli immigrati irregolari negli Stati Uniti d’America: “Abbiamo 250 Dreamers alla Apple, vogliamo che tutti i Dreamers americani possano ottenere la cittadinanza”.
I sognatori servono, sono indispensabili: ogni sogno è l’anticamera di ogni progetto.
Da ultimo Cook ha ricordato cosa gli disse il confondatore di Apple Steve Jobs sei mesi prima di morire, quando decise di cedergli la plancia di comando mi disse: “Non pensare mai a cosa farei io. Fai solo quello che per te è giusto”. Questo consiglio mi ha tolto un peso. Se sbaglio? Tutti i giorni. Ma le parole di Steve sono state il regalo più grande che potesse farmi”.