Con una crescita del Pil a prezzi costanti dell’1% fra 2000 e 2016, l’Italia è fra i Paesi del mondo che sono cresciuti di meno nel XXI secolo: solo a quattro Paesi è andata peggio, nell’ordine, Repubblica Centrafricana, Grecia (-3%), Zimbabwe e Yemen. E’ quanto emerge da uno studio del blog The Sounding Line. Nel fondo della classifica emerge anche un’altra presenza europea, il Portogallo, la cui crescita nel periodo è stata solo del 4%.
Per fare un confronto con le maggiori economie sviluppate, i tassi di crescita reale sono stati del 32% nel Regno Unito, del 33% negli Usa, del 21% in Germania e del 20% in Francia e del 13% in Giappone. I dati, spiega The Sounding Line, sono stati estratti “in valuta locale tenuto conto dell’inflazione in base ai dati della Banca mondiale” e includono quasi tutti i Paesi meno alcuni microstati, la Corea del Nord, il Venezuela, la Somalia, l’Afghanistan e la Siria. In totale gli stati analizzati sono 181, abbastanza per delineare una tendenza generale.
In cima alla classifica non sorprende la presenza di alcuni Paesi emergenti: la Cina è al quinto posto con una crescita a prezzi costanti del 325%, superata solo da quelle di Azerbaigian, Guinea equatoriale, Birmania e Qatar.
Fra i Paesi dell’Europa la performance migliore da inizio secolo l’ha registrata l’Irlanda con un Pil reale pressoché raddoppiato (+93%), seguita da Romania, Lettonia, Polonia e Bulgaria. In generale emerge con chiarezza come alcune economie dell’Eurozona siano in notevole ritardo rispetto alla crescita degli altri Paesi sviluppati, in particolare Portogallo, Grecia e Italia.