ROMA (WSI) – Dopo aver messo alla gogna il governatore della banca d’Italia Ignazio Visco, ora Matteo Renzi ci prova con un altro governatore, questa volta della banca centrale europea, Mario Draghi. Il tutto perché la campagna elettorale è ormai aperta e il segretario del Pd tenta di riconquistare la fiducia degli elettori additando i burocrati e i tecnocrati.
Dalla conferenza programmatica del Pd a Napoli, l’ex premier afferma:
“Vogliono obbligarci a credere a una tecnocrazia senz’anima. Ma ce’ una diversità profonda tra le politiche che possiamo fare noi e quelle che possono fare gli altri. Senza la politica come minimo ce’ l’impasse”.
I più attenti vedono il riferimento delle parole di Renzi a Mario Draghi grande protettore assieme al Quirinale di Ignazio Visco, governatore appena riconfermato. La preoccupazione che toglie il sonno a Renzi è quella di non trovare alleanze.
Emma Bonino ha dato il suo netto rifiuto ad aprirsi un’allenza nel centrosinistra e non c’è nessun altro papabile all’orizzonte con il rischio per il partito democratico di arrivare addirittura terzo dopo il Movimento 5 Stelle e il Centrodestra.
Quello che teme Renzi – come rivelano fonti dem – è dopo le elezioni non ci sia una chiara maggioranza per governare il paese, aprendo così la strada ad una soluzione ‘tecnica’ per l’Italia, ovviamente in accordo con l’Europa della Merkel in primis, a guidarla proprio Drahi.
Una soluzione che troverebbe anche l’appoggio di Mdp di D’Alema e Forza Italia, stringendo così il cerchio attorno a Renzi che corre ai riapri chiedendo anche l’approvazione in tempi brevi della legge sul taglio ai vitalizi.
Un bluff gridano i Cinque Stelle visto che appena qualche giorno fa, proprio il Pd ha respinto la richiesta M5S di affrontare i vitalizi prima dell’avvio della sessione di Bilancio come attacca il capogruppo del M5s in Senato, Giovanni Endrizzi dalle pagine de La Stampa:
“Per oltre un anno e mezzo Renzi ha tenuto ferma la legge sull’abolizione dei Vitalizi. Adesso, per rifarsi una verginità politica, dice di volerla approvare. Giovedì scorso il Pd ha votato contro la nostra proposta di esaminare la legge sui vitalizi prima di aprire la sessione di bilancio. Sarebbe bastato dire due paroline al suo capogruppo Zanda”.