Un uomo alla guida di un furgone ha seminato il panico nel cuore di Manhattan: investendo la folla nei pressi di una pista ciclabile ha fatto otto morti e una decina di feriti, che si trovano in condizioni gravi ma non in pericolo di vita.
Dopo essere sceso dal veicolo, l’attentatore è uscito armato di pistole finte ed è stato ferito con colpi d’arma da fuoco da un poliziotto e successivamente arrestato. Le autorità cittadine hanno parlato di un “atto terroristico”, probabilmente opera di un cosiddetto “lupo solitario”.
L’uomo è un 29enne originario dell’Uzbekistan che è arrivato negli Stati Uniti nel 2010. Due fonti, tra cui dei funzionari, sostengono che l’attentatore abbia gridato “Dio è grande!” in arabo (“Allah Akbar”). Chi sta svolgendo le indagini dice che vicino al suo furgone sono stati trovati degli appunti in cui viene giurata lealtà all’ISIS.
Stando a quanto riferito dal governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo pare che l’uomo abbia agito da solo, senza l’appoggio di una rete terroristica o di qualche complice. Sull’attentato è intervenuto anche il presidente Donald Trump, pubblicato un tweet controverso contro l’ISIS, senza però fare un riferimento diretto all’attacco a Manhattan.