Salgono a quindici le categorie di lavoratori escluse dall’innalzamento dell’età della pensione a 67 anni, che dovrebbe scattare nel 2019. È quanto hanno reso noto i sindacati dopo l’ennesimo incontro tecnico di ieri sera con il governo.
Nella proposta del governo l’esenzione riguarda i lavori gravosi. Si parte da quelli definiti dall’Ape sociale cui si aggiungono quattro categorie di lavoratori: agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori.
Si tratta del 10-15% dei lavoratori che andranno in pensione dal 2019, circa 15-20mila persone che svolgono lavori faticosi cui non si applicherebbe l’automatismo dell’aspettativa di vita (dal 2019 si andrà in pensione 5 mesi più tardi).
Per andare in pensione, però, i lavoratori delle categorie indicate dovranno avere almeno 36 anni di contributi versati e aver svolto lavori gravosi per almeno 6 anni negli ultimi sette lavorati. Secondo il segretario confederale della Uil, Proietti, questo “metterebbe di fatto fuori gioco gli agricoli e i marittimi”.
Insoddisfatti i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, che hanno fatto sapere che sulle pensioni ci sono state delle “aperture limitatissime” da parte del Governo, ma “ancora insufficienti” per poter giungere a un’intesa.
Le parti si rivedranno ancora domani alle 10 e poi nella mattinata di lunedì. Il Governo ha messo sul tavolo una prima proposta, confermando tuttavia che il meccanismo che lega l’uscita dal lavoro all’aspettativa di vita non è in discussione
Dall’incontro è inoltre emersa un’altra novità importante. Ovvero, la creazione imminente di una commissione scientifica che studierà l’andamento della speranza di vita per tutte le categorie professionali. L’obiettivo è quello di avere risultati entro la prossima primavera, in modo da poter modificare la lista delle categorie esentate in tempo per lo scatto del 2019. Il governo ha aperto anche alla possibilità che l’età della pensione scenda quando scende la speranza di vita.