Preoccupata dal diffondersi delle auto elettriche e delle iniziative di mobilità alternativa come il car sharing che vanno a compromettere la domanda petrolifera. L’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec) ha ammesso le sue paure, nell’ultima edizione del World Oil Outlook. Nel rapporto viene anche sottolineato che l’eccesso di estrazioni di greggio non è convenzionale e neanche passeggero.
Se la previsione centrale del documento vede crescere il consumo di petrolio e il ruolo dell’Opec nel soddisfarlo per il periodo che va da oggi al 2040, le note sulla concorrenza dell’elettrico sono un’ammissione importante. Secondo il nuovo Outlook, dopo il 2035 il ritmo di crescita della domanda frenerà : l’aumento annuo dovrebbe ridursi a 0,3 milioni di barili al giorno almeno fino al 2040, mentre la media attesa tra il 2016 e il 2020 è di +1,2 mbg.
La riduzione prevista dei consumi di petrolio (di 8,9 mbg dal 2016 al 2040) sarebbe legata in particolare alla maggiore efficienza dei motori a alla crescente diffusione dei veicoli a gas o a elettricità . Lo stesso avverrà , secondo l’Opec, nei Paesi in via di sviluppo anche se sarà compensato dall’aumento delle immatricolazioni.
Intanto, l’Unione europea sembra puntare sempre di più sull’elettrico, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento del traffico stradale e di lottare contro il riscaldamento globale. Entro il 2030 i produttori di automobili europei sono obbligati ad avere sul mercato un’offerta di veicoli che abbia il 30% di emissioni di anidride carbonica in meno rispetto ai livelli del 2021. E’ la proposta centrale del Pacchetto mobilità della Commissione europea.
Le misure prevedono anche un obiettivo intermedio nel 2025 per assicurare che tutti siano al passo per raggiungere i livelli per il 2030. A chi supererĂ la quota di macchine e van ecologici saranno dati incentivi mentre saranno penalizzati da sanzioni i produttori di auto che supereranno i limiti di emissioni previsti per ogni veicolo.