Di Matteo Oddi
La blockchain non è invincibile!
Tra 10 anni la tecnologia alla base di Bitcoin e delle altre criptovalute diverrà vulnerabile agli attacchi informatici sferrati da computer quantistici, una prospettiva che getta un’ombra minacciosa sulla sicurezza futura degli asset crittografici.
Questo almeno è quanto emerge dai risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori provenienti da Australia e Singapore. In altre parole: a partire dal 2027 (nel migliore dei casi) tutti i nuovi conti Bitcoin e tutte le nuove transazioni potranno essere hackerati, con buona pace della banca UBS, secondo cui l’economia mondiale è destinata a crescere di 300-400 miliardi di dollari grazie all’adozione diffusa della blockchain.
“I principali protocolli crittografici usati oggi per mettere al sicuro internet e le transazioni finanziarie”, si legge nel report, “saranno tutti suscettibili di attacco quando verrà sviluppato un computer quantistico abbastanza grande. Un’area particolarmente a rischio è quella delle criptovalute, un mercato che attualmente vale più di 150 miliardi di dollari”.
Nonostante l’algoritmo PoW (proof-of-work, il più diffuso tra le maggiori criptovalute) sia relativamente efficace contro i computer quantistici, ad allarmare gli esperti è un altro algoritmo, detto ECDSA (che sta per Elliptic Curve Digital Signature Algorithm), che viene considerato il punto debole della blockchain di Bitcoin e potrebbe essere craccato da un più veloce computer quantistico nello spazio di un decennio.
“Dobbiamo cominciare ora a pensare alle soluzioni” a prova di computer quantistico, sostiene uno dei responsabili del progetto, il dottor Marco Tomamichel della University of Technology di Sydney. Tra le opzioni prese in considerazione dallo studio ci sono l’algoritmo proof-of-work Momentum e alcuni algoritmi alternativi di generazione della firma.
Intanto la tecnologia dietro le criptovalute continua a raccogliere interesse tra le grandi società dei settori più disparati. È di lunedì l’annuncio della creazione di una nuova piattaforma blockchain, sostenuta da un consorzio che ospita al suo interno grandi società petrolifere (Royal Dutch Shell, British Petroleum e Statoil), istituti bancari (ING, Société générale, ABN Amro) e trading house.
Sui mercati i prezzi del Bitcoin sono molto altalenanti: dopo aver toccato i massimi assoluti a quota 7.600 dollari, le quotazioni della criptovaluta più popolare sono scese in area $6900 prima di riportarsi oggi pomeriggio a $7.500. Il balzo è stato scaturito dal rinnovato interesse per le attività di trading delle monete digitali in Cina e da un report di analisi tecnica di Goldman Sachs in cui si identifica a 7.941 dollari un obiettivo a breve termine.