Nelle ultime settimane si registrano equilibri inalterati sui mercati finanziari. In questo scenario di inizio trimestre, la problematica sulla attesa dinamica rialzista dei tassi d’interesse si affianca alle altre note questioni economiche e geopolitiche in sviluppo generando un potenziale clima di incertezza che tuttavia i mercati non stanno leggendo, confermando una generale intonazione positiva.
Le Banche centrali stanno gestendo con cautela il rientro da una lunga politica monetaria espansiva, e mostrano una certa resistenza nel procedere con un aumento significativo dei tassi di interesse nonostante i dati economici sostengano, da molti trimestri, un ciclo economico in sviluppo. Negli Stati Uniti, l’attesa di un Cambio alla guida della Federal Reserve, ha di fatto rallentato i discorsi di politica monetaria.
La situazione Oltreoceano mostra un Prodotto Interno Lordo in costante crescita dopo la crisi globale del 2008, finanziato però da un vertiginoso aumento del debito pubblico che ha portato il rapporto debito/pil a superare la fatidica soglia del 100%. In questo contesto si sta facendo largo il timore che un ulteriore aumento dei tassi possa gravare ancor più sul debito federale e su famiglie ed imprese, andando in questo modo a rallentare i consumi e la crescita economica in atto.
Gli stessi timori affliggono la Bce alle prese con un’area euro zavorrata da un ciclo economico in ritardo e da un debito in costante crescita fatta eccezione per la virtuosa Germania, vera promotrice di uno stop al Quantitative Easing e di un futuro innalzamento dei tassi, ma soprattutto alle prese con il costante rischio della disgregazione politica da Brexit e dall’emergente “questione catalana”.
Se questi restano gli argomenti più dibattuti sullo sfondo si stanno comunque facendo spazio tematiche esogene potenzialmente più complesse da gestire che vanno dal riacutizzarsi delle tensioni nucleari in Corea fino al dubbio circa la sostenibilità della salita del mercato azionario americano. Il mese di ottobre consegna risultati sostanzialmente positivi sia sul fronte azionario che obbligazionario confermando le indicazioni cicliche di crescita.
A livello globale la crescita dell’equity si attesta oltre il +2% guidata in particolare dal Giappone (+5.45%) ma ben coadiuvata sia dagli Stati Uniti (S&P500 +2.22%) che dalle borse dell’area Euro (Dax +3.12%). Sostanzialmente allineati in positivo anche i mercati emergenti (+3.45%) con l’area asiatica, in particolare, a trainare il rialzo.
Da segnalare come, in questa fase, sui temi azionari si stia riproponendo una significativa selettività a livello settoriale. Sono risultate infatti marcate le differenze di rendimento tra le aziende dei vari comparti con i temi del ramo Technology decisamente sovraperformanti insieme ad Utility e Materie Prime, rispetto a Telecom ed Healthcare che consegnano invece risultati negativi nel mese.
Sul lato obbligazionario non si segnalano progressi per quanto riguarda gli Stati Uniti mentre i Bond dell’area Euro segnano un altro mese di buoni guadagni per gli investitori. Significativo il risultato sull’Italia (Btp +1.81%) con una sensibile riduzione dello spread verso Bund ormai a quota 141, area di minimo dell’anno. È proseguita la pressione sulla valuta Euro che ha registrato le prime interessanti flessioni in particolare rispetto al Dollaro (Eur/Usd -1.42%) mentre sulle materie prime si evidenzia la forza del Petrolio che segna progressi del 7% nel mese.
Per quanto riguarda le attese sui mercati per la conclusione dell’anno ed in particolare per il mese di novembre, pur rimanendo numerose e significative le tematiche contingenti, sia di carattere economico che geopolitico, le attuali misurazioni circa il reale rischio di una crisi finanziaria di portata ciclica identificano marginali probabilità di accadimento, ad oggi, lasciando spazio allo sviluppo nei prossimi mesi di un clima costruttivo sostenuto da mercati azionari ancora positivamente impostati ed in grado di esprimere margini rialzisti significativi.
Per il mese di Novembre viene mantenuta elevata l’esposizione azionaria a livello complessivo.
L’allocazione insiste in particolare a favore del mercato azionario Euro rispetto a Giappone e Stati Uniti tra le principali aree, concentrando ancora la selezione principalmente su Italia e Germania. Confermato l’investimento sui mercati emergenti a livello di indice globale, sul lato settoriale rimaniamo focalizzati su Finanziari, Energy e Consumi Ciclici. Resta prudenziale l’investimento sugli strumenti obbligazionari mentre viene prorogata l’esposizione valutaria extra euro.