Con il 52,94% dei voti, Borut Pahor è stato confermato presidente della Repubblica slovena. Queste le sue prime parole dopo la rielezione:
«La mia rielezione è il segnale che i cittadini vogliono forze e idee politiche che uniscono. Questo risultato è uno dei pochi in Europa, nel quale viene confermata la fiducia a chi ha già svolto un mandato, gli elettori cercano stabilità».
Pahor, dopo essere stato criticato in campagna elettorale per non essere intervenuto su questioni rilevanti per i cittadini, ha inoltre detto che farà sentire in modo più chiaro la sua posizione. L’inizio di questo nuovo approccio, continua il presidente riconfermato, sono stati i 770 chilometri percorsi a piedi per parlare ed ascoltare i cittadini.
Le congratulazioni per la rielezione sono arrivate da tutte le forze politiche slovene e da alcuni capi di Stato; in primis, via Twitter, sono arrivate quelle della collega croata Kolinda Grabar-Kitarovic, con la quale aveva già parlato al telefono. Slovenia e Croazia hanno infatti ancora in sospeso, dopo la sentenza della Corte permanente di arbitrato che Zagabria non intende riconoscere, la questione legata al confine marittimo.
Su questo tema, durante la campagna elettorale, Pahor aveva incoraggiato a tenere aperti il dialogo e la diplomazia silenziosa ed in conferenza stampa, rispondendo ad una domanda specifica di una giornalista croata, ha ribadito la sua posizione.
Pahor, che è il secondo presidente dopo Milan Kucan ad aver ottenuto due mandati presidenziali ed è l’unico politico ad aver svolto le funzioni di presidente dell’Assemblea nazionale, di primo ministro e di presidente della Repubblica, non ha per il momento previsto incontri.
Quanto a Marjan Sarec, lo sfidante outsider che ha raggiunto il ballottaggio, ha riconosciuto la sconfitta aggiungendo di essere pronto a dare il via al “ricambio generazionale della politica slovena” formando un suo partito, forte delle preferenze espresse a suo favore: il giornalista, comico ed imitatore è infatti riuscito a tenere in ansia Pahor più a lungo delle aspettative, ottenendo il 47,1% dei suffragi.
Sarec, tramite le dichiarazioni fatte alla stampa alla casa di Cankar, ha infine ringraziato sia i sindaci che lo hanno sostenuto apertamente, sia quanti hanno preferito “un candidato venuto dal basso che non appartiene all’élite politica” ed alcuni osservatori hanno interpretato i voti in suo favore come un segnale di protesta contro il presidente in carica.
L’affluenza è stata molto bassa: il 41,7% è il dato peggiore mai registrato.
Il medesimo dato trova però punti di vista differenti tra i due: mentre Pahor ha dichiarato di aspettarsi una partecipazione ancora inferiore, Sarec ha detto di essere preoccupato dalla scarsa affluenza, che ritiene sintomo di disaffezione per la politica tradizionale.