Secondo la Bce lo schema di protezione dei conti di deposito non è più necessario: l’istituto di Francoforte propone di mettere fine al sistema di garanzia dei depositi bancari, che consente ai clienti meno benestanti di non subire perdite anche in caso di crac bancario. Il suggerimento dato ai cittadini è quello di cominciare a diversificare i propri investimenti, mettere al sicuro i risparmi comprando oro, meglio ancora se fisico piuttosto che su carta.
Lo si legge in un paper di 58 pagine pubblicato l’8 novembre e intitolato “On revisions to the Union crisis management framework” in cui la Bce propone di sostituire i ‘covered deposits’ – ossia i conti correnti sotto i cento mila euro – per consentire una maggiore flessibilità di investimento ora che la ripresa economica è avviata.
“I ‘covered deposits’ dovrebbero essere rimpiazzati da limitate deroghe discrezionali, che siano garantite dall’autorità competente, al fine di mantenere un certo grado di flessibilità” per i risparmi e gli investimenti.
Traducendo il gergo burocratico in parole povere: il limite dei cento mila euro che ora come ora consente ai conti correnti di somma inferiore di non subire perdite nel caso in cui scatti un piano di salvataggio cosiddetto di bail-in, assicurando quindi al cliente di recuperare la somma depositata per intero, potrebbe essere presto eliminato.
Con il nuovo schema “l’autorità competente, potrebbe – ad esempio – consentire ai correntisti di prelevare una somma limitata su base giornaliera, da definire in proporzione al livello di protezione stabilito dalla direttiva sul sistema di garanzia dei depositi DGSD, prendendo in considerazione al contempo eventuali limiti tecnici e di liquidità”.
Bisognerà prevedere inoltre, dice sempre la Bce nel rapporto, “alcune salvaguardie per proteggere i diritti dei correntisti, tenendo una comunicazione trasparente sui tempi e modi di accesso ai depositi”.
La Bce, ben consapevole dei pericoli e dei problemi che una simile misura potrebbe causare (significherebbe in concreto che nessun conto deposito sarebbe più sicuro in Eurozona, se non quello in una banca too big to fail), precisa che “durante un periodo di transizione, i correntisti potranno avere accesso, entro cinque giorni dall’effettuazione della richiesta, a una somma appropriata dei loro conti deposito garantiti, in modo da poter far fronte alle spese quotidiane”.
Per consentire una maggiore flessibilità nelle scelte di risparmio e investimento, la Bce rischia però di alimentare nella mente dei cittadini europei il timore di non avere più garantita una protezione importante, quella dei propri risparmi in banca. L’assenza di una simile garanzia potrebbe causare, specialmente nei paesi meno in salute dell’area euro, una corsa agli sportelli.
I risparmiatori europei, dice la Bce, non dovrebbero affidarsi esclusivamente alle banche e pertanto diminuire l’esposizione ai rischi di controparte. L’oro fisico, per esempio, consente ai risparmiatori di rimanere fuori dal sistema bancario, riducendo la possibilità di cadere vittima di un bail-in, il piano di salvataggio di un istituto di credito in crisi che prevede la partecipazione di azionisti, obbligazionisti e correntisti con più di cento mila euro depositati in banca.
Se nel paper la Bce propone di non garantire più i conti in banca sopra i cento mila euro in futuro è perché vorrebbe che i clienti differenzino il più possibile gli investimenti, anziché affidarsi esclusivamente i propri risparmi ai conti in banca (peraltro in un periodo di rendimenti estremamente magri). I risparmiatori di tutta l’area euro farebbero bene, insomma, a diversificare i loro asset e portafogli, in modo tale da ridurre al massimo i rischi di controparte.