“Prefiguriamo un futuro nel quale la tecnologia entrerà sempre più nei servizi finanziari e all’interno della gestione del risparmio, nel quale offrirà un negozio elettronico di veicoli” fra cui, “indici o fondi di asset digitali”: è questa la visione dell’agenzia di rating Moody’s sul futuro del fintech e sull’accesso dei big della tecnologia nel mondo finanziario. In una ricerca, Moody’s ha spiegato che il settore potrebbe subire una “seconda ondata” di deflussi a favore di concorrenti low cost guidati dalle nuove tecnologie. Un fenomeno in parte già visto e che ha avuto l’effetto di comprimere le tariffe e costringere a fusioni nel settore, per conservare sufficienti margini di guadagno. Secondo Stephen Tu, vice presidente e senior analyst di Moody’s, società come Apple e Amazon potrebbero insidiare i settore “facilitando la raccolta dati e tenendo i clienti all’interno dei loro ecosistemi”.
Ma esattamente quali saranno i servizi che i grandi nomi della tecnologia potranno offrire in questo ambito? “I veicoli” messi a disposizione “consentirebbero di gestire riserve di potere d’acquisto e faciliterebbero l’interazione finanziaria con i clienti”, quest’ultimi, ha proseguito Tu, “potrebbero mettere direttamente dei depositi all’interno di questi veicoli, i quali potrebbero allora essere collegati a una app di pagamenti, magari con caratteristiche social”.
Un altro possibile scenario, vedrebbe un operatore di pagamenti come PayPal, offrire “la gestione del risparmio come un servizio complementare, attraverso fondi e index funds, mentre promuove allo stesso tempo l’uso dei suoi stessi sistemi di pagamento”.
I guai per l’asset management saranno tanto più gravi, quanto saranno più bassi gli investimenti in innovazione che metteranno in campo in questa fase. Fra gli esempi positivi in tal senso, Tu ha citato BlackRock e Fidelity: entrambe hanno compiuto investimenti “significativi” in tecnologia in grado di “offrire un raggio ampio e una migliore personalizzazione dei prodotti e dei servizi per i clienti”.