Dopo una serie di stop e rinvii, ieri la Commissione Bilancio al Senato ha dato il via libera alla web tax la cui entrata in vigore slitta di un anno.
L’operatività della legge è prevista dal primo gennaio 2019: da allora sarà introdotta una flat tax del 6% da applicare alle prestazioni di servizi effettuate con mezzi elettronici, con l’esclusione di agricoltori e imprese agricole, e con un incasso che la relazione tecnica all’emendamento presentato da Massimo Mucchetti stima di 114 milioni di euro.
Mucchetti aveva dichiarato nei giorni scorsi che
“a regime gli introiti potranno arrivare a un miliardo”, specificando che si “parla di una cifra non enorme, ma nemmeno trascurabile”.
Le imprese saranno tutte chiamate a versarle, ma quelle italiane, che già quindi pagano regolarmente le tasse di stabile organizzazione, potranno contare su un’equivalente credito d’imposta.
Prima del via libera il testo ha subito varie modifiche ed è già alquanto probabile che alla materia, estremamente complessa, possa essere di nuovo messa mano alla Camera.
Alcuni deputati delle Commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio stanno infatti già evidenziando alcune falle della norma, a partire dal ruolo di sostituti d’imposta affidato alle banche. La Commissione tornerà a riunirsi oggi ed è già convocata per tutta la giornata e anche per domani. Scontato, quindi, lo slittamento dell’approdo in Aula, probabilmente a mercoledì.
Entro il 30 aprile 2018 il ministero dell’Economia dovrà emanare un decreto ad hoc per individuare i servizi da sottoporre all’imposta.