Uno stimato fund manager britannico che si era tenuto alla larga dai titoli tecnologici prima del 2000 e da quelli bancari prima del 2007 è convinto che la fase attuale dei mercati richieda la medesima prudenza, perché anche qui lo scoppio di una bolla sui mercati sarebbe dietro l’angolo. Si tratta di Neil Woodford, fondatore della Woodford investment management, società che ha in gestione 15 miliardi di sterline.
“A dieci anni dalla crisi sui mercati finanziari stiamo testimoniando il più grosso esperimento di politica monetaria nella storia”, ha detto in un’intervista rilasciata al Financial Times, “gli investitori hanno dimenticato i rischi e questo si ripercuote in valutazioni degli asset inflazionate”. Livelli che, secondo Woodford, sono “estremi e insostenibili”.
Come avvenuto in passato, prima dei crash delle dotcom e del 2007-8, i fondi gestiti da Woodford stanno perdendo terreno rispetto ai competitor: la scommessa, come nei due casi precedenti, è quella di essere posizionati nel modo giusto quando la bolla scoppierà e recuperare nel lungo periodo.
“Nella bolla delle dotcom erano le azioni della old economy a essere profondamente bistrattate e sottovalutate e oggi lo sono, nel mercato britannico, le azioni focalizzate sull’economia interna”, ha affermato Woodford, “i fondi che gestisco sono posizionati per sfruttare quest’opportunità e sono convinto che pagheranno quando la bolla scoppierà, cosa che credo accadrà inevitabilmente”.
La visione contrarian di Woodford, racconta il gestore, lo ha messo “nella posizione più scomoda mai vista in tutta la carriera”. E conclude: “Non so quando verrà il momento che mi darà ragione, ma sono del tutto convinto di vederci giusto, come già ho fatto in passato”.