Dopo l’approvazione della riforma fiscale, il presidente statunitense Donald Trump incassa una nuova vittoria nel giro di pochi giorni. Ieri la Corte suprema ha dato l’ok all’entrata in vigore della terza e ultima versione voluta da Trump del ‘travel ban’.
Il massimo organo giudiziario statunitense ha accolto così la richiesta, fatta nella seconda metà del novembre scorso, dal dipartimento di Giustizia.
In gioco c’è un divieto permanente di ingresso negli Usa per gran parte dei cittadini di Iran, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Chad e Corea del Nord oltre ad alcuni funzionari del governo venezuelano e delle rispettive famiglie. In origine era incluso anche l’Iraq, Paese alleato di Washington che ha ottenuto di essere tolto dalla lista nera.
Due giudici liberal, Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor, hanno votato contro. Ha vinto la linea promossa dal rappresentante dell’amministrazione Trump, Noel J. Francisco, secondo cui il presidente ha agito nel rispetto dei suoi poteri per controllare l’immigrazione.
Francisco ha spiegato che l’ordine esecutivo dello scorso 24 settembre con cui il nuovo travel ban è stato emesso ha fatto seguito “a una analisi completa e globale delle informazioni condivise con governi stranieri e che sono usate per controllare stranieri che puntano a entrare in Usa”.
Le decisioni della Corte suprema, fa notare il quotidiano americano Washington Post, non possono entrare nel merito delle sentenze emesse da Corti di rango inferiore e presumibilmente la battaglia legale andrà avanti.