Economia

Allarme economisti: “Usa presto in recessione”

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La continua e  rapida ascesa dei mercati azionari combinata con l’aumento dei tassi di interesse potrebbe spedire l’economia americana dritta in recessione. Ne è convinto Martine Robin Bew, CEO dell’Economist Intelligence Unit, che in un’intervista alla Cnbc ha detto:

“Riteniamo che la (Federal Reserve) continuerà a stringere la cinghi abbastanza costantemente nel corso dei prossimi due anni circa, ma allo stesso tempo iniziamo a vedere già da ora la fine del ciclo. In altre parole, nel 2019 non è esclusa una recessione” spiega Bew, ricordando  che in questo momento mentre l’economia degli Stati Uniti cresce e la disoccupazione continua a scendere. Ma questo meccanismo si incepperà tra due anni.

Ricordiamo che, in questi mesi, le banche centrali mondiali si stanno gradualmente posizionando sulla strada della riduzione delle politiche espansive messe in atto nelle loro economie dopo la crisi finanziaria del 2008.

Per Sonja Laud, responsabile azionario di Fidelity International, è la riduzione della liquidità fornita dalle banche centrali  “il punto centrale che dobbiamo comprendere per essere comprendere come reagirà il mercato”. La contrazione della liquidità può portare a una svendita di titoli azionari, ha avvertito Laud, aggiungendo che “se togliamo liquidità in eccesso, ovviamente si rischia di far venir a galla i colli di bottiglia presenti da qualche parte nel mercato”, ha aggiunto Laud.

L’ipotesi di una possibile caduta dell’economia Usa in recessione è in circolazione già da diversi mesi.  Tra i più ferventi sostenitori, spicca anche l’economista Adam Posen, presidente del Peterson Institute for International Economics, secondo il quale gli Stati Uniti sono destinati a sprofondare in una nuova fase di recessione nel giro di due anni massimo. Ne è convinto l’economista Adam Posen, secondo il quale i programmi di stimolo fiscale eccessivi promessi dal presidente Donald Trump renderanno l’economia insostenibile. Il presidente del Peterson Institute for International Economics, ha detto all’emittente CNBC che gli obiettivi per una crescita del Pil del 3% o più sono irraggiungibili alla luce della produttività e dei tassi di occupazione attuali negli Stati Uniti. I programmi di stimolo fiscale eccessivi promessi dal presidente Donald Trump renderanno l’economia insostenibile. Per Posen, in sostanza, gli obiettivi per una crescita del Pil del 3% o più sono irraggiungibili alla luce della produttività e dei tassi di occupazione attuali negli Stati Uniti.