ROMA (WSI) – L’Italia rischia di sprofondare in vista delle elezioni del 2018, con le prospettive di un esito incerto che rischiano di demoralizzare i cittadini, indebolire le banche e rinfocolare lo Spread. A lanciare l’allarme il Centro studi di Confindustria nelle sue previsioni macroeconomiche di dicembre, in cui conferma la crescita del Pil Italiano all’1,5% nel 2017 e la rialza all’1,5% nel 2018 (la precedente stima era del +1,3%).
“L’Italia è riuscita a restringere, ma non a chiudere, il divario nell’incremento del Pil con il resto dell’Euro area ma resta ampia la distanza dal picco pre-crisi”.
C’è però un’ombra sul nostro paese, avverte il Centro studi dell’associazione degli industriali: arriva dalle prossime elezioni politiche, “un test molto rilevante che disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire il lungo cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro”.
“Instabilità politica e misure demagogiche per motivi di consenso nel medio-lungo termine abbassano il potenziale di crescita (…) le origini antiche del male di lenta crescita sono un rischio per la prossima legislatura. La forza della crescita globale sta ridimensionando l’importanza dell’incertezza politica sulla stessa congiuntura economica. Nonostante i recenti risultati elettorali rendano più complicata la governabilità perfino in Germania, domanda e produzione continuano ad avanzare apparentemente imperterrite (…) il peso dell’incertezza è più alto nelle fasi di recessione o stagnazione, quando si aggiunge a difficoltà oggettive e non solo percepite, e là dove ci sono altre debolezze istituzionali (inefficienza della burocrazia, lentezza della giustizia, e così via)”.
Secondo gli economisti di via dell’Astronomia, l’instabilità politica e le misure demagogiche prese per motivi di consenso “seminano una pianta i cui frutti maturano nel medio-lungo periodo, operando attraverso l’abbassamento del potenziale di crescita, anche per la mancata approvazione di quelle riforme che, al contrario, tale potenziale elevano”.
“Questo si applica particolarmente all’Italia (…) E’ in questo senso che le prossime elezioni politiche si presentano come un test molto rilevante e disegnano per il Paese una biforcazione tra il proseguire lungo il cammino delle riforme o non far nulla (che, in termini relativi, vuol dire arretrare), se non proprio tornare indietro”.
Il mercato obbligazionario secondario italiano continua a pagare la tensione per l’avvicinarsi delle elezioni politiche di marzo 2018. La notizia secondo cui il Quirinale si prepara al voto tra tre mesi ha spinto al rialzo il rendimento a 10 anni del Btp, che sta aumentando il distacco dal livello del tasso omologo sui Bund, mentre il rendimento del decennale si porta in area 1,8%, oltre la percentuale toccata a fine novembre di 1,785%. Lo Spread con il tasso del decennale di riferimento tedesco è invece salito al top dal 27 novembre di 146 punti base.