Pubblichiamo le indicazioni relative alla fase di pre-apertura dei mercati azionari statunitensi.
Indici e future 03 Settembre 2002 | |||
Indici | Closing cash | Settlement price | Fair Value premium |
S&P500 | 916,07 | 916,10 | 0,00 |
DJIA | 8.663,50 | 8.633,00 | +28,30 |
Nasdaq100 | 942,38 | 943,50 | -0,40 |
Fonte dati: Ufficio Studi WallStreetItalia |
Alle 09.20 E.T. i future sugli indici USA sono negativi e quotano al di sotto del Fair Value. Il Dow segna -105 punti, l’S&P500 -14,60 e il Nasdaq100 -8,50.
Gli altri indicatori
- Il Treasury a 10 anni segna prezzi in netto rialzo e rendimenti a 4,06%.
- Il cambio euro dollaro segna $0,9911, con l’euro in forte rialzo sul biglietto verde.
- L’oro viene scambiato a Londra a $315,30 l’oncia, in rialzo (+$1,40) rispetto alla chiusura di ieri.
- Il benchmark sul crude oil segna $28,63 (-$0,35).
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE SUGLI INDICI
Indici 03 Settembre 2002 |
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Seduta di Borsa | Dow Jones | Nasdaq Comp. | S&P 500 |
Lunedi’ 26 agosto | 8.919,01 (+0,52%) | 1.391,74 (+0,81%) | 947,95 (+0,75%) |
Martedi’ 27 agosto | 8.824,41 (-1,06%) | 1.347,78 (-3,16%) | 934,82 (-1,39%) |
Mercoledi’ 28 agosto | 8.694,09 (-1,48%) | 1.314,38 (-2,48%) | 917,87 (-1,81%) |
Giovedi’ 29 agosto | 8.670,99 (-0,27%) | 1.335,77 (+1,63%) | 917,80 (-0,01%) |
Venerdi’ 30 agosto | 8.663,50 (-0,09%) | 916,06 (-0,19%) | 1.314,85 (-1,57%) |
Fonte dati: Ufficio Studi WallStreetItalia |
Situazione tecnica precaria per il Dow e per il Nasdaq. Il listino giapponese ai minimi da 19 anni, i livelli di cambio tra biglietto verde e le altre valute e tutti gli altri segnali che in genere preannunciano l’apertura di borsa, sono negativi come poche altre volte si e’ visto.
Da sottolineare i volumi di contrattazione che continuano ad essere sotto la media registrata a luglio di quasi il 30%. Attenzione quindi a segnali generati da un mercato sul quale molti degli abituali protagonisti sono assenti o contrattano titoli a ritmo ridotto. In queste condizioni, gli analisti dicono che acquistare semplicemente sui ribassi puo’ essere pericoloso. Meglio aspettare livelli tecnici importanti e motivazioni fondamentali giustificate.
Quattro sedute consecutive di ribasso hanno portato l’indice a perdere quasi 250 punti nella settimana. Solo un pronto recupero prima sopra 8.741 e poi oltre 8.820 riporterebbe ad essere cautamente ottimisti. Il trend rialzista incominciato alla fine di luglio sarebbe confermato solo sopra 9.050. Al ribasso, in caso di un completamento della figura di spalla-testa-spalla in formazione, i prossimi target sono 8.280 e 8.050 punti.
Discorso analogo per il Nasdaq. La situazione e’ compromessa a meno di un ritorno sopra quota 1.345 prima e, successivamente sopra 1.395. In caso di discesa da monitorare i livelli di 1.260 e 1.212 punti.
I TEMI DELLA GIORNATA
Sul fronte macroeconomico alle 10.00 E.T. verranno diffusi i dati relativi all’indice dei direttori d’acquisto ISM (Institute for Supply Management) per il mese d’agosto. Le attese sono per livello di 50.00 (sondaggio Dow Jones/CNBC) in calo rispetto ai 50,50 del mese di luglio (ricordiamo che un dato superiore a 50 indica espansione).
Il mercato e’ molto attento a questo dato e analizzera’ in dettaglio le cinque componenti che formano la media pesata che poi da’ il risultato finale:
- nuovi ordini (peso 30%)
- produzione (peso 25%)
- livello d’impiego forza lavoro (peso 20%)
- cosegne di merci (peso 15%)
- scorte di magazzino (peso 10%)
Dopo la sorpresa dello stesso indice relativo alla regione industriale di Chicago reso noto venerdi’ 30 agosto, eventuali revisioni al rialzo potrebbero influenzare positivamente le borse USA.
Oltre ai dati considerati “ufficiali” saranno resi noti altri numeri come la vendita di automobili e quella dei grandi magazzini (BTM). L’importanza di questi dati per il mercato, a meno di grosse sorprese, e’ scarsa.
Sul fronte internazionale da monitorare e’ il progressivo isolamento degli Stati Uniti nel trovare consenso ad un attacco all’Iraq. L’amministrazione USA oltre ai Paesi arabi ha incassato critiche o consigli di attendere da Paesi come Russia ed Inghilterra. Per il momento le Borse non sembrano scontare nelle quotazioni questi squilibri. Tuttavia in mancanza di un atteggiamento piu’ aperto a soluzioni alternative alla guerra, l’amministrazione Bush, gia’ oggetto di ampie critiche per quanto riguarda l’influenza del suo operato in Borsa, potrebbe veramente chiudersi in un angolo da cui sarebbe poi difficile uscire.
Nel frattempo sul fronte dell’OPEC, che si e’ impegnata ad un utilizzo delle quote produttive neutrale rispetto ad una guerra USA-Iraq, arrivano le dichiarazini del Presidente dell’associazione Rilwanu Lukman. L’eventuale decisione su un aumento della produzione al prossimo meeting del 19 settembre sara’ di lieve entita’ secondo Mr. Lukman.
Sul fronte societario forte delusione tra gli investitori per la nota negativa della banca d’affari Lehman Brothers sul colosso dei semiconduttori Intel (INTC – Nasdaq). Il broker prevede che INTC tagliera’ le stime sugli utili 2002 e 2003 quando giovedi’ prossimo terra’ il meeting di aggiornamento di meta’ trimestre. Lehman prevede inoltre che il gruppo rivedra’ al ribasso il range sul fatturato per il terzo trimestre. Il rating sul titolo rimane “underweight” e $22 il target price.
Brutte notizie anche da Citigroup (C – Nyse): l’indagine di Eliott Spitzer, procuratore generale di New York sulla Banca d’affari Salomon Smith Barney, posseduta da Citigroup si starebbe allargando. I nuovi nomi su cui si sta cercando di fare luce sono quelli di Michael Carpenter, Edoardo Mestre (Presidente di Salomon Investment) e Kevin McCaffrey (capo del dipartimento di ricerca di Salomon), quest’ultimo era il diretto superiore di Jack Grubman, il chiacchierato analista specialista di telecomunicazioni da cui e’ partita tutta l’inchiesta. Nel frattempo la banca d’affari Prudential ha tagliato il giudizio sul titolo da ‘hold’ a ‘sell’ sull’aspettativa che il colosso finanziario deludera’ le stime sugli utili e sulle preoccupazioni legate ai rischi ligali. Il broker ha inoltre ridotto le stime sugli utili 2002 e 2003 sulla scia della debolezza dei mercati capitali e dell’esposizione ai debiti in America Latina.
Gli altri titoli e/o settori da tenere d’occhio oggi
- United Airlines (UAL – Nyse): la compagnia aerea in difficolta’ ha annunciato il cambio del CEO e Presidente. Alla guida della societa’ in lotta per evitare la bancarotta andra’ Glenn F. Tilton.
- Nokia (NOK – Nyse): la societa’ finlandese ha annunciato un nuovo accordo commerciale con Orange (France Telecom) per la fornitura di MMS (messaggistica multimediale).
- Semiconduttori (SOX): arrivano anche segnali positivi dal settore. La SIA (Semiconductor Industry Association) ha reso noto che le vendite mondiali di chip sono cresciute del 2,9% rispetto a giugno, a $11,7 miliardi. Su base annuale la crescita è stata dell’8%. Praticamente fermi il mercato europeo e americano (+0,5% rispetto a giugno), il Giappone, con una crescita dell’8,5%, è stato ancora il mercato più dinamico. George Scalise, presidente dalla SIA, ha dichiarato che i dati mostrano una ripresa del settore a livello globale, moderata ma continua, e che su basi annuali potrebbe attestarsi tra il 7% e il 9% nel trimestre in corso, mentre nell’intero 2002 la crescita sarà del 3%.
- Hewlett-Packard (HPQ – Nyse): secondo le due societa’ di ricerca IDC e Gartner, la societa’ guidata da Carly Fiorina ha perso importanti quote di mercato nel business dei server per personal computer a scapito di Dell e IBM.
- IBM (IBM – Nyse): secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il colosso high tech taglierà 4.000 posti di lavoro, non appena completata l’acquisizione di PricewaterhouseCoopers. L’acquisizione della società di consulenza era stata annunciata lo scorso mese. Il costo dell’operazione per Big Blue sarà di $3,5 miliardi.
- Ford (F – Nyse): la banca d’affari UBS Warburg ha tagliato il giudizio sul colosso automobilistico da ‘hold’ a ‘reduce’ e il target price da $12 a $9,50.
- Goldman Sachs (GS – Nyse): la banca d’affari Morgan Stanley ha tagliato le stime 2002 e 2003 della rivale e prevede perdite dal principale portafoglio d’investimento.
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