Ex ministro Grilli, derivato Morgan Stanley: “Italia rischiava default”
ROMA (WSI) – L’Italia sarebbe stata messa in default o pre-default. Non ha dubbi Vittorio Grilli, ex ministro dell’economia tra fine 2011 e inizio 2012, sentito dalla commissione banche, in merito al possibile rifiuto da parte del governo del pagamento a Morgan Stanley nel 2011 della clausola di estinzione anticipata relativa al derivato sottoscritto con la banca d’affari Usa.
“A fine 2011-inizio 2012 lo spread dell’Italia era oltre 500 punti e tutti avevano timore che l’Italia potesse fare default e aprire un contenzioso su un derivato, e dire il Tesoro non paga, voleva dire per l’Italia essere messa in default o predefault. Ritengo che l’amministrazione abbia preso la decisione giusta in quel contesto perchè in quel momento non rispettare un contratto avrebbe avuto conseguenze gravissime”.
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Finale perlopiù positivo per le borse europee, con il Ftse Mib di Piazza Affari in progresso dello 0,47% a 35.204,26 punti. Balzo di Iveco Group (+6,2%), ben intonate anche Moncler (+2,1%) e Brunello Cucinelli (+2,6%), quest’ultima dopo i dati sui ricavi del terzo trimestre. In calo invece Saipem (-3,4%), deboli Diasorin (-0,9%) ed Eni (-0,4%). […]
La seduta di Wall Street apre in rialzo grazie alla spinta di Apple e Netflix, con il Nasdaq in crescita. Nonostante una chiusura leggermente in calo ieri, i principali indici mostrano segni positivi grazie a dati macroeconomici favorevoli. Tuttavia, il petrolio Wti segna una diminuzione del prezzo al Nymex.
Il mercato edilizio americano ha subito una contrazione a settembre 2024, con un calo dello 0,5% nei nuovi cantieri avviati e una diminuzione del 2,9% nei permessi edilizi. Le aspettative degli analisti prevedevano un calo meno marcato nei permessi.
I mercati azionari cinesi hanno chiuso in netto rialzo, con l’indice Hang Seng di Hong Kong in aumento del 3,61% e lo Shanghai Composite del 2,91%. Questo avviene dopo le nuove misure di finanziamento della banca centrale cinese. Il PIL del terzo trimestre è cresciuto del 4,6%, superando le previsioni, ma non ha influenzato negativamente le contrattazioni.